La caserma «Montelungo»
«Il futuro è tutto da ripensare»

Il futuro è tutto da disegnare. Anzi, da ripensare. La partita Montelungo si riapre. Toccherà a un tavolo tecnico metterci mano: martedì si insedierà e vedrà seduti Comune, Demanio (proprietario dell'area) e Sovrintendenza ai Beni culturali. Commenta sul blog de L'EcoLab

Il futuro è tutto da disegnare. Anzi, da ripensare. La partita Montelungo si riapre. Toccherà a un tavolo tecnico metterci mano: martedì si insedierà e vedrà seduti Comune, Demanio (proprietario dell'area) e Sovrintendenza ai Beni culturali, «sull'esempio del buon lavoro fatto per Sant'Agata» rileva l'assessore all'Urbanistica Andrea Pezzotta. Perché quest'area, uno dei compendi più importanti della città, «va totalmente ripensata». Da lì si dovrà ripartire per stendere un piano di recupero.

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La questione, spinosetta, è tornata prepotente nelle priorità di Palazzo Frizzoni. «Non possiamo perdere altro tempo. Finora, purtroppo, non si è andati da nessuna parte parte per mancanza di risorse. Ora abbiamo il dovere di trovare una soluzione» chiosa l'assessore.

«Acquistarlo? Impensabile»
Tramontata la possibilità che l'ex caserma ospiti la nuova Gamec (prevista in via Rovelli), Palafrizzoni cambia strategia. «Sarà necessario rivederne la destinazione urbanistica e procedere di conseguenza con una variante» sottolinea Pezzotta.
Pgt alla mano, il compendio è inserito nel cosiddetto Ambito strategico 1, il polo dell'arte, della cultura e del tempo libero. «Dovremo pensare a una soluzione diversa, alla valorizzazione di una parte maggiore del compendio immobiliare». Una partita quindi che per andare avanti dovrà necessariamente coinvolgere i privati. L'assessore non si sbilancia, ma la strada è tracciata: «Sarà fondamentale l'intervento del privato, visto che gli enti pubblici di risorse non ne hanno». Il Comune di soldi per acquisire e valorizzare l'ex caserma – come prevedeva il protocollo sottoscritto nel 2009 con il Demanio – non ne ha. «Nel 2009 le condizioni economiche erano ben altre, dopo complice la crisi è andata sempre peggio». E oggi i bilanci sono da lacrime e sangue e pensare «di comprarla è inimmaginabile».

A rendere l'idea bastano due conti: la Montelungo costerebbe 2.500, 3.000 euro al metro quadrato. Moltiplicato il valore per i 15.000 metri quadrati complessivi fanno 37/45 milioni. Pezzotta è chiaro: «L'unica strada percorribile è che il Demanio venda l'ex caserma Colleoni e una quota parte della Montelungo, così che il Comune recuperi spazi già ristrutturati come standard di qualità, che possano poi essere destinati alla cultura». Il complesso è infatti composto da due caserme distinte: la Montelungo propriamente detta che si affaccia lungo via San Giovanni e la Colleoni, quella sul viale delle Muraine e in via Frizzoni. In tutto circa 21 mila metri quadrati, 400 mila metri cubi.

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«Inizialmente il Demanio avrebbe dovuto vendere solo la Colleoni e noi prenderci la Montelungo. Ma l'ipotesi non era più percorribile». Sfumata sotto i colpi delle ristrettezze di cassa. «Ora tutto il compendio va ripensato e dobbiamo capire che quota parte potrà poi essere restituita alla città». E se il futuro è da studiare, il presente è lì davanti agli occhi: la Montelungo perde letteralmente i pezzi, la facciata dell'ex caserma si sgretola, i tetti sono in precarie condizioni.

Mostra all'Urban center
Intanto martedì alle 15,30 all'Urban center Pezzotta inaugurerà una mostra dedicata all'ex caserma. Verranno esposti elaborati, planimetrie e rilievi del complesso realizzati in collaborazione con «Progetto Azimut» e grazie alla sponsorizzazione dell'Ance, l'Associazione nazionale costruttori edili.
«Finalmente – rileva il dirigente del Comune Dario Tadè – sappiamo esattamente di cosa parliamo, prima avevamo informazioni spannometriche sull'ex caserma. Oggi abbiamo planimetrie, tutti i rilievi geometrici e materici che ci permetteranno poi di stendere un progetto di recupero». Commenta sul blog de L'EcoLab

Vanessa Santinelli

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