Rettili, striscia la passione
Gettonati tartarughe e serpenti

La regina incontrastata è la tartaruga: nelle case bergamasche ce ne sono diecimila. Poi ci sono il serpente del grano, il pitone reale e il boa constrictor. Seguono a ruota il geco e il camaleonte.

La regina incontrastata è la tartaruga: nelle case bergamasche ce ne sono diecimila. Poi ci sono il serpente del grano, il pitone reale e il boa constrictor. Seguono a ruota il geco e il camaleonte. Sono rettili che si possono acquistare liberamente da negozi o allevatori specializzati e che sono sempre più richiesti, prendendo a volte il posto di cani, gatti e canarini.

Ma anche loro come i «colleghi» animali più diffusi a volte scappano o - più spesso - vengono abbandonati: l'ultimo caso è il pitone di due metri e mezzo che mercoledì è morto di freddo mentre si aggirava per Locate, a Ponte San Pietro.

Per gli agenti della polizia locale che l'hanno trovato è stato impossibile risalire al proprietario, che nella migliore delle ipotesi avrebbe rimediato una multa per omessa custodia di animale e nella peggiore una denuncia penale per abbandono: il pitone, infatti, non era marchiato perché la legge prevede l'obbligo di farlo solo per le specie più protette in base alla Convenzione di Washington sul commercio delle specie a rischio estinzione (Cites).

Impossibile quantificare anche il numero effettivo di serpenti nelle case bergamasche. «Sono censiti - spiega Massimo Giacu, referente Cites del Corpo forestale di Bergamo - solo gli esemplari delle specie più protette, come il boa di dumeril, rarissimo nella Bergamasca, e come alcune specie di tartarughe per le quali c'è l'obbligo del microchip. Più diffuse le specie con un livello di protezione inferiore, come il boa constrictor o il pitone reale, venduti con documentazione che certifica la legale detenzione e va esibita in caso di controlli: il loro numero non è quantificabile».

Per prevenire gli abusi la Forestale nella Bergamasca svolge ogni anno mediamente 500 controlli a commercianti e privati. «La maggior parte delle verifiche in ambito Cites - spiega il comandante provinciale Aldo Valenti - riguarda le tartarughe, più diffuse dei serpenti, e i pappagalli. Speriamo di poter avere presto un nucleo Cites all'aeroporto di Orio, come in altri scali italiani, per contrastare anche da qui il fenomeno dell'importazione clandestina che riguarda non solo animali, ma anche per esempio zanne e manufatti in avorio o in pelle di rettile».

I commercianti (seri) intanto confermano che l'interesse per i rettili è in crescita: «Ogni anno - spiegano Alessandro e Francesca dal negozio specializzato Exotic Project di Dalmine - dal nostro sito internet gestiamo migliaia di richieste da varie parti d'Italia. Le tartarughe sono le più vendute, tra i serpenti sono molto ambiti il serpente del grano, il pitone reale e il boa constrictor. Tanti gli appassionati di gechi e camaleonti. Sono meno impegnativi di cani e gatti, ma vanno curati e, soprattutto, non abbandonati perché equivale a ucciderli. Se proprio non li si vuole più, meglio un annuncio su internet: in tantissimi risponderanno».

Emanuele Biava

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