La prima omelia di Papa Francesco:
«camminare, edificare, confessare»

È stata celebrata in latino la prima Messa di Papa Francesco nella Cappella Sistina con i cardinali elettori, giovedì 14 marzo. Le letture e il salmo sono stati invece pronunciati in italiano. Il Vangelo che ha commentato è stato  quello del Primato di Pietro.

È stata celebrata in latino la prima Messa di Papa Francesco nella Cappella Sistina con i cardinali elettori, giovedì 14 marzo. Le letture e il salmo sono stati invece pronunciati in italiano. Il Vangelo che ha commentato è stato  quello del Primato di Pietro.

Il Papa, nella sua prima omelia da Pontefice, pronunciata a braccio in italiano e di cui la Radiovaticana ha fornito una trascrizione di lavoro, ha sottolineato che nelle tre Letture c'è qualcosa di comune: «È il movimento. Nella prima Lettura il movimento è il cammino; nella seconda Lettura, il movimento è nell'edificazione della Chiesa; nella terza, nel Vangelo, il movimento è nella confessione. Camminare, edificare, confessare».

Spiegando l'invito di Dio ad Abramo a «camminare nella sua presenza», il Papa ha commentato: «Quando ci fermiamo, la cosa non va. Camminare sempre, alla presenza del Signore, alla luce del Signore, cercando di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiede ad Abramo nella promessa».

Quindi ha continuato: «Edificare. Edificare la Chiesa, si parla di pietre: le pietre hanno consistenza; ma pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo. Edificare la Chiesa, la Sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è lo stesso Signore».

Terzo punto: confessare. «Noi possiamo camminare quanto vogliamo, possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo a Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ong pietosa, ma non la Chiesa, sposa del Signore. Quando non si cammina, ci si ferma. Quando non si edifica sulle pietre cosa succede? Succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno i castelli di sabbia, tutto viene giù, è senza consistenza».

Il Papa ha quindi citato una frase di Leon Bloy riferita a quando non si confessa Gesù Cristo: «Chi non prega il Signore, prega il diavolo», perché «quando non si confessa Gesù Cristo - ha spiegato - si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio».

E ancora: «Camminare, edificare-costruire, confessare. Ma la cosa non è così facile, perché nel camminare, nel costruire, nel confessare delle volte ci sono scosse, ci sono movimenti che non sono proprio movimenti del cammino: sono movimenti che ci tirano indietro».

Il brano evangelico proposto dalla liturgia - ha sottolineato - continua in realtà con una situazione speciale: «Lo stesso Pietro che ha confessato Gesù Cristo, gli dice: "Tu sei Cristo, il Figlio del Dio vivo. Io ti seguo, ma non parliamo di Croce. Questo non c'entra. Ti seguo ... senza la Croce". Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce - ha osservato - non siamo discepoli del Signore: siamo mondani: siamo vescovi, preti, cardinali, papi, ma non discepoli del Signore!».

«Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia - ha aggiunto papa Francesco - abbiano il coraggio - proprio il coraggio - di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l'unica gloria, Cristo Crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti».

Quindi ha concluso: «Io auguro a tutti noi che lo Spirito Santo, la preghiera della Madonna, nostra Madre, ci conceda questa grazia: camminare, edificare, confessare Gesù Cristo Crocifisso. Così sia».

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