«Slot, servono regole»
In campo la politica orobica

Slot machine, videolotterie, sale gioco: l'inchiesta promossa da «L'Eco di Bergamo» sta tracciando il profilo di un fenomeno dalle proporzioni preoccupanti. Un fenomeno che preoccupa anche i parlamentari bergamaschi di ogni appartenenza politica.

Slot machine, videolotterie, sale gioco: l'inchiesta promossa da «L'Eco di Bergamo» sta tracciando il profilo di un fenomeno dalle proporzioni preoccupanti per il numero dei giocatori affetti da ludopatia, per il giro di denaro, per il numero di locali presenti nella nostra provincia. Un fenomeno che preoccupa anche i parlamentari bergamaschi di ogni appartenenza politica.

«Si tratta di un'emergenza che non può essere ignorata - afferma Antonio Misiani, deputato Pd -, un tema che il governo dovrà affrontare soprattutto per quello che riguarda i meccanismi di concessione delle autorizzazioni. Agli enti locali si dovrebbe riconoscere maggiore potere, invece credo che nei ricorsi presentati al competente Tar del Lazio ai Comuni che avevano negato le concessioni, è stato dato torto». Per Elena Carnevali, deputata Pd alla prima esperienza parlamentare, «il decreto Balduzzi che inizialmente sembrava restrittivo, in realtà nella sua approvazione definitiva è stato ammorbidito. Porre dei limiti all'apertura di case da gioco apre la questione del rapporto tra esercizio della libertà e l'emergenza sociale. È necessario il supporto dei giuristi». Che sia necessaria una normativa più completa in materia è indubbio anche per il deputato Pd Giovanni Sanga: «Si deve portare a compimento quanto non è stato possibile nella legislatura scorsa, perché siamo di fronte a una nuova emergenza dal forte impatto sociale ed economico».

Per Giacomo Stucchi, senatore della Lega Nord, «la crisi spinge le persone alla ricerca di soluzioni facili, mentre il gioco d'azzardo muove interessi fortissimi in assenza di controlli. Una spinta al proliferare delle sale si è avuta con il governo D'Alema che aveva permesso l'apertura delle sale Bingo». Le forze di centrodestra intravedono una soluzione percorribile con l'istituzione di casinò. «Nella nostra provincia - spiega Gregorio Fontana deputato Pdl - da decenni è in discussione la riapertura del Casinò di San Pellegrino. Quello sarebbe un luogo protetto in cui è possibile il gioco d'azzardo. Per le Forze dell'ordine sarebbe più semplice esercitare un controllo, evitando l'accesso ai minori o a chi abusa del gioco». Concorda Nunziante Consiglio, senatore Lega Nord: «Ci siamo impegnati anche in passato per restituire a Bergamo un casinò. Sarebbe un modo per controllare il fenomeno, incentivando anche il turismo. È un'ipocrisia essere contrari perché poi basta andare in Svizzera. E al contrario si preferisce il proliferare di sale slot i cui effetti sono pesanti sulle persone deboli».

Come nel caso di alcolici e tabacco, la questione «gioco» evidenzia il comportamento contraddittorio dello Stato: «È un vero conflitto di interessi tra gli introiti incamerati e l'emergenza sociale causata dalle ludopatie, ma prima di tutto dovrebbe essere posta la salute dei cittadini» dice Misiani. Aggiunge Carnevali: «C'è una responsabilità etica di cui lo Stato deve farsi carico». «Sarebbe necessario - suggerisce Fontana - uno studio serio sulla ludopatia. Lo Stato chiude un occhio a favore degli introiti e ignora gli effetti devastanti sulla società».

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