Astino torna all'antico splendore
A settembre è pronta la chiesa

È la storia che ritorna. Friedel Elzi, presidente della società Val d'Astino, alza gli occhi alla volta della chiesa del Santo Sepolcro. «Che meraviglia». I lavori sono vicini alla conclusione, gli antichi affreschi sono stati riportati alla loro bellezza.

È la storia che ritorna. Friedel Elzi, presidente della società Val d'Astino, alza gli occhi alla volta della chiesa del Santo Sepolcro. «Che meraviglia». I lavori sono vicini alla conclusione, gli antichi affreschi sono stati riportati alla loro bellezza, e dietro l'altare si sta lavorando a rimontare il coro ligneo. Rimesso a nuovo anche questo. «Ne manca solo un piccolo pezzo» ci fanno notare.

Ma dopo il saccheggio che la chiesa ha subito nel corso degli anni sono davvero dettagli. «E vedrete le tele» si lascia sfuggire Elzi, masticando il suo (immancabile) sigaro. Qualche anno fa le avevano trovate per terra, arrotolate e sbrindellate: «Da stare male, un disastro». Sono state mandate a Brera e sistemate pian piano. «Erano lì accantonate nella sacrestia». Dove la meravigliosa volta ad ombrello è stata riportata alla sua bellezza, così come gli arredi. E sotto si vedono parte delle fondazioni originarie.

«Ci siamo presi un impegno con la diocesi ed intendiamo rispettarlo: per metà settembre riconsegneremo la chiesa». Dove operai, tecnici e restauratori continuano nel loro lavoro certosino: le impalcature sono ancora ben presenti all'ingresso, ma sull'altare e nei transetti laterali è già tutto libero. E lo spettacolo è lì da vedere, come lo splendido rosone di epoca gotica.

«Perché ogni intervento di ampliamento e modifica della chiesa ha come rispettato l'assetto precedente, lasciandoci delle testimonianze davvero notevoli», spiega il presidente della Val d'Astino, società detenuta dalla Mia, la Fondazione Misericordia Maggiore, presieduta da Giuseppe Pezzoni. Quella che nel 2007 ha comprato Astino, e sta lavorando nel suo recupero. Con ben pochi compagni di viaggio: Ubi Banca, il Comune, la Regione e la Diocesi. Che ha finanziato i lavori di recupero della chiesa.

Leggi di più su L'Eco di giovedì 6 giugno

© RIPRODUZIONE RISERVATA