A Filago l’oca dal becco di rame
Così si racconta la disabilità

Un’oca salvata grazie al becco di rame che un veterinario le ha applicato al posto di quello vero, danneggiato dall’aggressione di una volpe. È una storia vera, che è diventata una fiaba per raccontare ai bambini la disabilità. E che approda a Filago.

Un’oca salvata grazie al becco di rame che un veterinario le ha applicato al posto di quello vero, danneggiato dall’aggressione di una volpe. È una storia vera, che è diventata una fiaba per raccontare ai bambini la disabilità. Nei prossimi giorni approderà per la prima volta in Lombardia con i suoi protagonisti, oca compresa: approderà infatti a Filago nel corso della settimana culturale della biblioteca iniziata ieri nell’area polifunzionale di via Locatelli.

L’oca dal becco di rame sarà mercoledì alle 20,30 al centro polifunzionale insieme al veterinario Alberto Briganti, direttore sanitario di una clinica veterinaria a Figline Valdarno (Firenze) e autore del piccolo-grande miracolo, insieme alla dottoressa Lara Decano che collabora con lui.

«Verranno a raccontare la storia dell’oca Ottorino – spiega la presidente della biblioteca di Filago Agnese Forcella – divenuta un libro dal titolo “Becco di rame” che spiega ai bambini la disabilità, perché l’oca vive grazie a una protesi in rame sul becco che le permette di mangiare. La sua storia è un esempio che può valere anche per le persone, perché ritroviamo l’atteggiamento di persone che dopo aver avuto protesi per traumi di vario genere – pensiamo ad esempio a Alex Zanardi – tirano fuori energie insospettabili, come sostiene il veterinario Alberto Briganti».

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