«Altri complici in Comune»
Stezzano, i dubbi del giudice

C’è un dubbio che continua ad aleggiare tra gli inquirenti e che potrebbe trasformarsi in un tarlo per il Comune di Stezzano. Loredana Zenca, la responsabile dei servizi amministrativi del municipio arrestata il 2 novembre per peculato, potrebbe avere dei complici

C’è un dubbio che continua ad aleggiare tra gli inquirenti e che potrebbe trasformarsi in un tarlo per il Comune di Stezzano. Loredana Zenca, la responsabile dei servizi amministrativi del municipio arrestata il 2 novembre per peculato, potrebbe avere dei complici ancora in circolazione, addirittura all’interno degli uffici comunali.

Lo fa intuire il gip Alberto Viti nella nuova misura di custodia cautelare in carcere che ha applicato mercoledì alla contabile. Ma se è già in cella, a cosa serve un nuovo «mandato d’arresto»? Serve, per il pm Giancarlo Mancusi che ha chiesto il provvedimento, a rafforzare la diga contro eventuali scarcerazioni che il Riesame o la Cassazione potrebbero disporre. In questo momento, sostiene chi indaga, ci sarebbe il serio rischio di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato, e questo ragionamento è stato recepito dal giudice preliminare.

La dipendente comunale subito dopo l’arresto aveva ammesso gli addebiti (870.555,60 di mandati di pagamento comunali che sarebbero finiti nelle tasche sue e - si appurerà qualche giorno più tardi - di Kenrick Kavanagh, il comandante della polizia locale), spiegando di aver fatto tutto da sé. «Fin dall’inizio appariva virtualmente impossibile che la Zenca avesse agito da sola - scrive il gip nella nuova ordinanza -, sia nell’ambito dell’ente locale di appartenenza, per consumare le condotte criminose, che all’esterno, per conseguirne definitivamente il profitto».

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