Bertola in un centro clinico carcerario
Condizioni difficili, niente domiciliari

I periti nominati dalla Corte d’assise di Bergamo hanno confermato le difficili condizioni di salute di Fabio Bertola, il 44enne di Verdellino in carcere con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio di Roberto Puppo. Andrà in un centro clinico all’interno di un carcere.

I periti nominati dalla Corte d’assise di Bergamo hanno confermato le difficili condizioni di salute di Fabio Bertola, il 44enne di Verdellino in carcere con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio di Roberto Puppo, operaio di 42 anni di Osio Sotto, trovato morto in Brasile nel 2010.

Sulla base della relazione del medico legale e dello psichiatra incaricati, il presidente Antonella Bertoja, il giudice a latere Maria Luisa Mazzola e i giurati popolari hanno deciso quindi, in un certo senso, di ascoltare la richiesta formulata in aula il 12 dicembre scorso dai difensori di Bertola, gli avvocati Anna Marinelli e Riccardo Tropea a tutela della sua salute.

Non hanno però ritenuto di concedere gli arresti domiciliari, bensì di confermare la detenzione anche se in un centro clinico, con specializzazione neuropsichiatrica, da individuare con urgenza - viste le condizioni di salute dell’imputato - da parte del Dipartimento di amministrazione penitenziaria: si tratterebbe quindi di una struttura clinica inserita in un carcere.

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