Buoni postali, interessi a picco
La rivolta dei risparmiatori

I rendimenti spesso dimezzati dei buoni fruttiferi postali sottoscritti da centinaia di bergamaschi agli inizi degli anni ’80 continuano a mietere vittime. È in aumento il numero dei risparmiatori coinvolti nel classico pasticcio all’italiana.

I rendimenti spesso dimezzati dei buoni fruttiferi postali sottoscritti da centinaia di bergamaschi agli inizi degli anni ’80 continuano a mietere vittime. È in aumento, infatti, il numero dei risparmiatori coinvolti in quello che si conferma sempre più come l’ ennesimo pasticcio all’italiana.

Ricordiamo brevemente i fatti. Nel giugno 1986 il ministero del Tesoro con un decreto modificò al ribasso i tassi d’interesse di quasi tutti i Buoni postali emessi nei primi anni ‘80. Una decisione passata allora molto in sordina. Così, quando nelle scorse settimane i sottoscrittori ed eredi dei buoni postali di durata trentennale si sono recati nelle filiali di Poste Italiane per ritirarne i frutti, per alcuni lo sconcerto è stato tanto: i capitali erano nettamente inferiori alle aspettative.

Stiamo parlando, in molti casi, di cifre pari alla metà di quanto previsto. Una mazzata sui risparmiatori, prevalentemente piccoli, che ben tre decenni fa hanno creduto e investito nel nostro Stato. Vista l’intricata matassa, in loro aiuto sono scese in campo le associazioni dei consumatori, come nel caso dell’Adiconsum e dell’Unione bergamasca consumatori, presso la quale abbiamo raccolto alcune testimonianze.

Sulla vicenda è intervenuta la Cassazione, con una sentenza che ha stabilito che valgono i dati (compreso quello degli interessi) riportati sul buono fruttifero.

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