Carro armato per occupare Venezia
Anche un bergamasco in manette

Stefano Ferrari, classe 1969, nato a Bergamo ma residente a Sulzano (Brescia). Daniele Belotti: «Nessun legame con la Lega bergamasca». Il gruppo accusato di aver messo in atto «iniziative, anche violente», per ottenere l’indipendenza del Veneto, e non solo.

C’è anche un bergamasco tra i 24 secessionisti arrestati (2 sono ai domiciliari) nella mattinata di mercoledì 2 aprile su ordine della magistratura di Brescia: si tratta di Stefano Ferrari, classe 1969, ma residente a Sulzano, nel Bresciano. Il gruppo secessionista è accusato di aver messo in atto «varie iniziative, anche violente», per ottenere l’indipendenza del Veneto, e non solo. «Nessun legame con la Lega bergamasca» precisa il segretario provinciale Daniele Belotti: il Ferrari sembra aver difatti militato sempre nelle sezioni bresciane del Carroccio.

Secondo le indagini del Ros, le persone arrestate avrebbero fatto parte di un «gruppo riconducibile a diverse sigle di ideologia secessionista che aveva progettato varie iniziative, anche violente, finalizzate a sollecitare l’indipendenza del Veneto e di altre parti del territorio nazionale dallo Stato italiano». Un «disegno eversivo molto più delineato» di quello messo in atto dai cosiddetti “serenissimi” nel ’97, scrive il gip di Brescia, nell’ordinanza di arresto firmata dal Gip di Brescia, Enrico Ceravone.

Tra gli episodi contestati la «costruzione di un carro armato da utilizzare per compiere un’azione eclatante a Venezia, in piazza San Marco». Il mezzo è stato sequestrato e la vicenda richiama alla memoria quanto avvenuto il 9 maggio 1997, quando un gruppo di «Serenissimi» diede l’assalto al campanile di piazza San Marco. Con operazioni di autofinanziamento sarebbero stati raccolti oltre 100 mila euro. Tra gli arrestati, anche Franco Rocchetta, storico fondatore della Liga Veneta.

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