Casa, la ricetta per ripartire:
sì ai mutui e agevolazioni fiscali

Il 2013: annus horribilis per il settore dell’edilizia e del mercato immobiliare. A ribadirlo è Gianfederico Belotti, direttore di «Case&Terreni»(in edicola dal 26 marzo, con L’Eco di Bergamo) che parla di crisi del settimo anno.

Il 2013: annus horribilis per il settore dell’edilizia e del mercato immobiliare. A ribadirlo è Gianfederico Belotti, direttore di «Case&Terreni»(in edicola dal 26 marzo, con L’Eco di Bergamo) che parla di crisi del settimo anno, «una durissima realtà che ha prima allarmato, poi spaventato e infine rassegnato molti operatori del mercato immobiliare, colpiti dalla crisi che dal 2007 ha visto crollare l’industria del mattone, storicamente uno dei motori dell’economia bergamasca».

Ma il direttore di «Case&Terreni» annuncia anche, allo stesso tempo, una lieve ripresa registrata dagli operatori nei primi mesi del 2014, «un timido risveglio per l’acquisto delle case, perché i prezzi sono scesi enormemente, ai minimi storici da quando è arrivato l’euro». Un segnale positivo, dovuto anche al fatto che i prezzi degli immobili sono in discesa libera.

Ottimo momento per fare affari: «Il mercato immobiliare è depresso, credo comunque che l’investimento immobiliare sia una delle forme più sicure, è certo che bisogna affrontarlo con i mezzi adeguati, senza fare il passo più lungo della gamba - commenta Roberto Margiotta, presidente Appe Confedilizia Bergamo -. Chi ha fatto investimenti senza soldi è rimasto nei guai, e oggi si trova in corso di procedura concorsuale o in fallimento. È comunque un periodo in cui si possono trovare occasioni, un momento per acquistare».

Ma tornando ai dati - certi - del 2013, è evidente come le crepe si siano aperte in tutti i settori: «La casa è solo uno dei comparti, ci sono capannoni, insediamenti produttivi e artigianali - sottolinea Belotti -. La flessione delle compravendite a livello nazionale ha toccato l’8,3% in meno rispetto al già pessimo 2012, dato che in Bergamasca è sceso al 12% per la città e al 16% in provincia, creando una situazione di stallo di cui è difficile vedere la fine. Per uscirne le banche devono aprire ai mutui, e poi sono necessarie agevolazioni fiscali. Lo scenario è sempre più caratterizzato dal colore rosso, anche per noi tecnici è sempre più difficile da interpretare, i valori in questi ultimi sette anni sono cambiati».

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