Caso Morandi, parla una vittima
«Ora mi mancano 240 mila euro»

«Per mesi sono rimasta in silenzio, soprattutto per proteggere mia madre, che era gravemente malata e non sapeva niente di tutto quello che è successo. Ora che lei è morta non ho più niente da perdere e voglio parlare: ero anch’io cliente di Morandi».

«Per mesi sono rimasta in silenzio, soprattutto per proteggere mia madre, che era gravemente malata e non sapeva niente di tutto quello che è successo. Ora che lei è morta non ho più niente da perdere e voglio parlare: ero anch’io cliente di Morandi e mi mancano 240 mila euro, ma la banca me ne riconoscerebbe solo 17 mila. Una situazione assurda».

A parlare è una commerciante della Val Seriana, cliente della filiale Private di Intesa Sanpaolo, la banca di cui fino allo scorso luglio è stato direttore Benvenuto Morandi che ora è indagato per appropriazione indebita per un presunto «buco» da 30 milioni di euro dai conti.

La donna, che preferisce non vedere pubblicate le proprie generalità, è fra i clienti che hanno riscontrato differenze tra le somme che erano convinti di avere (sulla base dei rendiconti che Morandi forniva) e quelle che dopo le verifiche risultano essere realmente sui loro conti.

«Nel nostro caso – prosegue – la differenza è di 240 mila euro in meno: dalla banca mi hanno spiegato che si tratterebbe di rendiconti “gonfiati”, e che in realtà non avrei mai avuto. Morale: mi darebbero 17 mila euro».

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