Caso Moro, difetto di notifica
Processo rinviato al 2 luglio

Come da previsioni. Rinviata al 2 luglio per difetto di notifica alle parti offese l’udienza per Marcello Moro. Solo in quella data si capirà quindi se l’ex assessore verrà o meno rinviato a giudizio. Questo quanto uscito dall’udienza preliminare sul caso del Consorzio di Bonifica.

Come da previsioni, rinviata al 2 luglio per difetto di notifica alle parti offese l’udienza per Marcello Moro. Solo in quella data si capirà quindi se l’ex assessore verrà o meno rinviato a giudizio. Questo quanto uscito dall’udienza preliminare sul caso del Consorzio di Bonifica, presieduto fino a due anni fa dallo stesso Moro. Il difetto di notifica riguarderebbe proprio il Consorzio e il Comune di Bergamo.

Il legale del Consorzio, in aula, ha sollevato infatti un problema di mancata notifica: pur essendo parte offesa, l’ente non ha ricevuto la comunicazione dell’udienza.

Oltre che sui rimborsi, Moro deve rispondere di una presunta tangente da 50 mila euro: l’imprenditore Pierluca Locatelli sostiene di avergliela versata per la vicenda dei lavori in Sant’Agostino. L’ex assessore comunale nega e, senza scegliere riti alternativi, si difenderà al dibattimento.

Intanto Marcello Moro vuole restituire al Consorzio di bonifica i rimborsi che, secondo la procura, avrebbe indebitamente percepito quando era presidente dell’ente. La notizia emerge leggendo una delibera del Consiglio di amministrazione del Consorzio, datata 28 maggio, in cui si affida incarico all’avvocato Giovanni Vezzoli di assistere l’ente nella vicenda giudiziaria. Nella delibera si rimanda in premessa a una «nota del dottor Marcello Moro con la quale, in riferimento al procedimento penale, offre al Consorzio la somma di 5.500 euro onnicomprensiva di ogni danno e a tacitazione di qualsiasi pretesa in ogni sede, relativamente ai fatti contestatigli».

La difesa di Moro – retta dall’avvocato Nadia Germanà – conferma, ma precisa che l’iniziativa di Moro non è da leggersi come ammissione di responsabilità, bensì come gesto di rispetto nei confronti dell’ente. Visto che sui quei rimborsi la procura ha formulato una contestazione – è in sostanza la posizione di Moro – prima ancora di sostenere una difesa in aula meglio procedere con la restituzione. L’ex presidente – ed ex assessore comunale – sui rimborsi si è sempre difeso sostenendo che eventuali somme percepite senza averne diritto sarebbero frutto tutt’al più di errori (ma andrà dimostrato) e non di gesti compiuti volontariamente. Fra le cifre contestate ci sono i famosi mille euro di una cena di San Valentino alla Cantalupa (per l’accusa il pagamento sarebbe stato effettuato con la carta di credito del calciatore Sergio Floccari), un pranzo da 47 euro in un ristorante cittadino, un soggiorno in albergo a Roma per cui l’ex presidente avrebbe avuto diritto al rimborso, da cui però non avrebbe scorporato la quota relativa al soggiorno della moglie. Sembra che la cifra proposta da Moro al Consorzio comprenda tutti i rimborsi oggetto di contestazione, più gli interessi. Il Consorzio non ha ancora deciso se accettare o costituirsi parte civile all’eventuale processo.

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