Celle aperte, rivoluzione Cancellieri
Detenuti «liberi» 12 ore al giorno

Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri sarà lunedì 2 dicembre a Bergamo e visiterà il carcere di via Gleno in un momento cruciale per l’intero sistema penitenziario italiano. Un sistema che da tempo ha raggiunto il collasso.

Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri sarà lunedì 2 dicembre a Bergamo e visiterà il carcere di via Gleno in un momento cruciale per l’intero sistema penitenziario italiano.

Un sistema che da tempo ha raggiunto il collasso, certificato anche dalla Corte Europea che ha condannato l’Italia a mettersi in regola entro maggio dell’anno prossimo se non vuole incorrere in pesanti sanzioni.

Per questo in tutte le carceri italiane, in questi mesi, è in corso una rivoluzione epocale. Quella delle sezioni aperte. Che cosa significa? Non si tratta di trasformare gli istituti di pena in villaggi turistici, come hanno provocatoriamente criticato alcuni esponenti politici, ma di adeguare agli standard europei il nostro sistema penitenziario, che sulla carta è uno dei più avanzati del mondo (ma la carta, è bene chiarirlo, è la legge del 1975, quasi quarant’anni fa, rimasta lettera morta in alcuni, fondamentali capitoli).

Entro maggio dell’anno prossimo, anche in via Gleno l’80 per cento dei detenuti saranno liberi di uscire dalle loro celle per 12 ore al giorno, dalle 8 alle 20. Tale possibilità è già una realtà per i 120 detenuti della sezione penale, aperta da circa tre anni nell’ex aula bunker che ospitò il maxiprocesso a Prima Linea. In questa sezione i detenuti hanno stretto una sorta di «patto trattamentale» con la direzione dell’istituto, in base al quale, in cambio di un regime di custodia più attenuato, si impegnano a seguire il percorso educativo proposto.

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