Poste Bg, mancano 50 persone
La Cgil: probabile uno sciopero

Forte carenza di personale nei centri di recapito e negli uffici postali, ma anche problemi di gestione dei servizi al pubblico. La Slc-Cgil regionale ha avviato la procedura prevista dalla legge per giungere ad stato di agitazione dei lavoratori di Poste Italiane in Lombardia. Probabile anche uno sciopero.

Forte carenza di personale nei centri di recapito e negli uffici postali, ma anche problemi di gestione dei servizi al pubblico: contro questi che sono problemi quotidiani ormai da troppo tempo, la Slc-Cgil regionale ha avviato nel pomeriggio di lunedì 23 giugno la procedura prevista dalla legge per giungere ad stato di agitazione dei lavoratori di Poste Italiane in Lombardia.
Tra le azioni di protesta sembra probabile anche uno sciopero.

«È stata Poste Italiane Spa stessa ad avere certificato una carenza di centinaia di portalettere in ambito regionale» ha detto Paolo Turani della segreteria provinciale della Slc-Cgil di Bergamo.

«Dopo aver trasformato, grazie ad un accordo, 200 part-time in full time, l’azienda a marzo aveva sottolineato come mancassero ancora 400 unità. A Bergamo e nella sua provincia la carenza dei portalettere è vicina a quota 50 con punte di notevole difficoltà ad esempio a Treviglio (-8 portalettere), Seriate (-6), Dalmine (-4). Particolarmente critica è anche la situazione del recapito di Lovere, dove più volte è stato segnalato all’azienda un eccessivo carico di lavoro. Con l’estate la carenza aumenta per le ferie, compensata solo parzialmente dall’immissione di contratti a termine di 2-4 mesi, insufficienti a garantire il fabbisogno. A rischio è, dunque, la consegna della corrispondenza ordinaria oltre che dei delicati atti di Equitalia».

Oltre che a livello centrale, le responsabilità sono da ricercare anche a livello regionale e territoriale «per avere affrontato con approssimazione e senza la sufficiente capacità questi problemi, preferendo una gestione del consenso basata sui soliti sistemi clientelari, purtroppo ancora assai diffusi in Poste Italiane, a scapito della professionalità e della competenza» si legge in una nota della Slc-Cgil della Lombardia.

Da Bergamo, Paolo Turani interviene poi sulla ugualmente complicata situazione del personale di sportello negli uffici postali: «Anche qui manca molto personale: su questo tema avevamo presentato segnalazioni alle Asl competenti in provincia di Bergamo per le condizioni di forte stress lavorativo. In alcuni casi, per la carenza in organico, vengono applicati orari ridotti al pubblico o addirittura si verificano vere e proprie chiusure, nascoste dietro cartelli appesi all’ingresso con la scritta: “Chiuso per guasto tecnico2. La mancanza di lavoratori produce un forte turn-over, cioè il cosiddetto “distacco”, che contribuisce a rallentare i tempi di lavorazione dei servizi al pubblico».


La Slc-Cgil chiede dunque «interventi urgenti per far fronte ad una vera e propria emergenza: nell’immediato il rafforzamento dei contratti a termine, la trasformazione dei part-time presenti negli uffici postali insieme ad interventi strutturali per la copertura delle carenze di organico quale condizione per la qualificazione di un servizio assai deteriorato» continua la nota regionale. «Con questa iniziativa vogliamo anche portare all’attenzione del nuovo amministratore delegato, Francesco Caio, che si è espresso per il potenziamento degli investimenti nel settore del Servizi Postali, la necessità di un intervento forte per contenere lo scadimento del servizio in Lombardia e ridare fiducia ai lavoratori demotivati e stanchi di sopperire alle criticità irrisolte».

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