Giorgio Gori: «azione condivisa
con la gente del quartiere»

La parola d’ordine è partecipazione: sia che si tratti di sicurezza, sia che si tratti di giovani. Perché, per il candidato del centrosinistra Giorgio Gori, la soluzione dei problemi segnalati dagli abitanti di Celadina e San Francesco non può essere calata dall’alto o provenire da un’unica fonte. Soprattutto se da sciogliere è il nodo della percezione del pericolo: «La questione della sicurezza nel quartiere è reale – commenta l’esponente del Pd –, ma bisogna evitare confusioni. La presenza del Sert, frequentato da tossicodipendenti, crea problemi, non c’è dubbio, e il Comune deve farsi carico delle esigenze dei cittadini. Non credo però che la soluzione si trovi con il solo utilizzo della polizia locale». Ecco dunque la sua idea: «La chiave è fare rete con le forze dell’ordine, con le rappresentanze di quartiere e con l’ufficio scolastico. Negli ultimi anni questo non è stato fatto».

Sull’immigrazione: «Qui non c’è altra strada che quella dell’integrazione, sulla base di alcune buone pratiche già realizzate anche a Bergamo. Bisogna potenziare le iniziative di alfabetizzazione, per facilitare l’apprendimento dell’italiano e dei principali concetti di educazione civica; bisogna rafforzare la cooperazione tra Comune e associazioni che si occupano degli immigrati (il problema non può essere appaltato!); bisogna agevolare l’accesso ai servizi pubblici e prevedere forme di partecipazione attiva dei nuovi cittadini stranieri». E ancora: «Bisogna prevedere forme di custodia sociale – aggiunge – che intervengano sulla micro conflittualità di condominio o di quartiere, prima che ne nascano inutili tensioni. In generale, è necessario prendere consapevolezza che l’immigrazione è parte del nostro futuro e che non c’è alternativa al riconoscimento dei diritti e alla paziente, faticosa opera di integrazione dei nuovi cittadini».

Gli stessi principi di coinvolgimento riguardano la rivitalizzazione delle aree periferiche del capoluogo, come per Celadina: «È normale, e succede in molti quartieri, che i giovani si spostino dentro la città per raggiungere i locali e i luoghi di divertimento frequentati dai loro coetanei. Il Comune, a parte l’episodio estivo della Movida, può favorire il protagonismo e l’imprenditorialità di chi vuole mettere in piedi nuove attività e punti di ritrovo, oltre a investire sulle reti di quartiere. Non mi convince, invece, l’idea di un divertimento pianificato e calato dall’alto».

Se gli anziani di San Francesco richiamano l’attenzione su interventi come riqualificazione di marciapiedi e potenziamento degli attraversamenti, Gori punta il dito contro l’avversario Tentorio: «Capisco bene lo stato d’animo dei cittadini di San Francesco. Negli ultimi tre piani delle opere pubbliche, tolte le manutenzioni ordinarie, per il loro quartiere non era previsto nulla». E illustra le opere che metterebbe in agenda da primo cittadino di Bergamo: «Tra le loro richieste darei priorità all’ampliamento dei marciapiedi e all’incremento del servizio di trasporto pubblico. Una linea potrebbe passare da via Trieste e via Venezia. Non è invece consigliabile la realizzazione di un sottopassaggio di via Borgo Palazzo: oltre che molto costoso, presenterebbe certamente problemi di sicurezza».

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