Giovannini: «Nuovo piano per la sicurezza delle strade: l’obiettivo è zero vittime»

Le parole del ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime della strada.

C’è un «impegno straordinario che ho chiesto alle nostre strutture, che era già previsto, ma sul quale stiamo riflettendo con alcuni approfondimento aggiuntivi, che è il nuovo Piano per la sicurezza stradale . La scorsa settimana ho avuto modo di leggere parola per parola la bozza e di fare una serie di osservazioni. Il tema è quello dell’obiettivo zero, che non è un obiettivo impossibile». Lo ha detto il ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime della strada, spiegando che sul piano «vogliamo procedere con rapidità».

L’obiettivo «zero vittime», ha spiegato il ministro, «dobbiamo considerarlo come un obiettivo realistico su cui impegnarci a fondo» . «Richiede molti interventi e la bozza di piano li elenca in modo corretto mostrando l’integrazione tra le singole azioni», ha aggiunto, spiegando che ci sono «diversi ingredienti e dimensioni che dobbiamo aggredire».

Un primo elemento riguarda la «tecnologia per l’auto: sappiamo che abbiamo un parco auto molto vecchio e quindi dobbiamo procedere ad un ricambio non solo per motivi ecologici, ma anche di sicurezza», ha spiegato il ministro . «Abbiamo bisogno di lavorare con le case produttrici ma anche di favorire questo ricambio attraverso incentivi», ha detto Giovannini ricordando gli incentivi previsti dal governo anche per l’acquisto auto di seconda mano: «Sappiamo che la pandemia ha determinato un risparmio forzato in tantissime famiglie e quindi potrebbe essere il momento veramente giusto per accelerare il rinnovo del parco auto, anche in funzione della sicurezza».

Un secondo elemento, ha proseguito Giovannini, è la «qualità delle strade: per troppi anni è mancata manutenzione e adeguamento per la sicurezza , soprattutto nelle strade provinciali, regionali e comunali. Nella legge di bilancio abbiamo previsto un investimento di oltre 3 miliardi per l’adeguamento delle strade regionali e provinciali, oltre al miliardo e mezzo stanziato a inizio anno. Perché la sicurezza passa anche per l’adeguamento delle nostre strade».

Il ministro ha quindi citato l’investimento sulle autostrade, un «investimento tecnologico e ambientale» su cui «stiamo trovando una grande disponibilità da parte dei concessionari ad andare in questa direzione »; il rafforzamento dei compiti dell’Agenzia nazionale sulla sicurezza delle strade e ferrovie; le nuove forme di mobilità. il rafforzamento delle sanzioni; il tema della formazione «C’è un’attenzione reale su questi aspetti, anche in questi mesi di governo», ha detto Giovannini. «Il piano per la sicurezza affronta tutti questi aspetti, ci confronteremo con le associazioni e con gli esperti per far sì che sia un salto di qualità con investimenti anche nella formazione e vogliamo procedere con rapidità perché i dati ci mostrano che anche nel 2020, nonostante la pandemia, non abbiamo raggiunto neanche l’obiettivo europeo, nel 2021, con la ripresa delle attività, quindi, dobbiamo affrontare in modo strutturale questi aspetti sapendo che ogni vittima evitabile è una vittima di cui dobbiamo portare la responsabilità».

NELLA BERGAMASCA 27 VITTIME

Vincenzo, Giuseppe, Giorgio, Virgilio, Natalia, Flavio, Mauro, Achille, Giuseppe, Ferruccio, Mauro, Az Eddire, Michele, Leonardo, Alex, Remo, Domenico, Daniele, Raffaella, Isac, Mauro, Ferdinando, Francesco, Leonardo, Giulia, Enrico, Carlo. A scorrere i nomi vengono i brividi. Ventisette bergamaschi, ventisette vite spezzate all’improvviso, da gennaio a oggi, sulle strade a causa di un incidente stradale.

Un dato purtroppo in crescita, che in proiezione è destinato a superare quello del 2020 – in tutto l’anno scorso i morti bergamaschi sulle strade erano stati 28 e ora manca ancora un mese e mezzo alla fine del 2021 – e che fa riflettere in un giorno come quello di domani, quando sarà la «Giornata mondiale Onu in ricordo delle vittime della strada». «Vittime che, rispetto al 2007, anno in cui fondammo la nostra associazione, sono decisamente meno, perché 14 anni fa i morti bergamaschi sulle strade furono 129 – evidenzia Ivanni Carminati, presidente della sezione di Bergamo (la sede è a Filago) dell’associazione italiana familiari e vittime della strada onlus –: tuttavia anche 27 morti sono 27 drammi per altrettante famiglie e ciascuna vittima rappresenta una sconfitta per l’intera società».

Spulciando le statistiche stilate dall’associazione in base alle notizie di cronaca, si nota che l’età media delle vittime in questo 2021 è pari a 49 anni: pressoché la stessa dell’anno scorso, quando l’esplosione della pandemia aveva anche frenato il traffico sulle strade, riducendo di conseguenza il numero di incidenti e le vittime, scese dalle 50 del 2019 alle 28 del 2020. Quest’anno, dei 27 morti sulle strade, 20 sono rimasti vittime di incidenti avvenuti nel territorio provinciale bergamasco, mentre gli altri 7 erano bergamaschi che hanno perso la vita fuori provincia (quattro nel Bresciano, uno nel Piacentino, uno nel Bolognese e uno nel Cremonese).

Tre su ventisette incidenti si sono inoltre verificati nel territorio del Comune di Bergao, mentre gli altri ciascuno in un Comune differente, tranne San Giovanni Bianco che ha registrato due incidenti con conseguenze mortali. Quanto alle residenze delle vittime, tre abitavano a Bergamo città, mentre le altre 24 vivevano in paesi tutti diversi.

In nove casi su 27 l’incidente mortale si è inoltre verificato nello stesso Comune di residenza della vittima. In merito alle età, come detto la media è stata 49 anni: il più giovane, Isac Trivella, aveva 17 anni, e il più anziano, Achille Bonarini, ne aveva 89. A gennaio si sono verificati cinque incidenti mortali, a febbraio quattro, a marzo e aprile nessuno, a maggio due, a giugno quattro, a luglio tre, ad agosto quattro, a settembre nessuno, a ottobre tre e a novembre due.

Preponderante l’automobile tra i mezzi sui quali viaggiavano le vittime: in 12 casi su 27 i morti erano in macchina. In nove casi, invece, si è trattato di motociclisti, in quattro i morti erano a piedi e in un solo caso in bicicletta e sempre in un caso con il camion. L’anno scorso, su 28 incidenti mortali, in dieci casi le vittime erano in auto, in 9 in moto, in quattro a piedi, in cinque casi in bicicletta (che è stato il mezzo più utilizzato per spostarsi durante i periodi di restrizioni anticovid, in particolare durante il lockdown della primavera 2020 quando non era possibile allontanarsi più di tanto dalla propria abitazione, se non per andare dal medico o a fare la spesa).

© RIPRODUZIONE RISERVATA