Gleno, stipendi non pagati
Gli operai bloccano il cantiere

Il cantiere per la realizzazione della nuova casa di riposo Gleno è stato bloccato martedì mattina. I dipendenti dell'azienda che si occupa della carpenteria hanno incrociato le braccia perché lamentano il mancato pagamento delle ultime tre mensilità di stipendio.

Il cantiere per la realizzazione della nuova casa di riposo Gleno è stato bloccato martedì mattina. I dipendenti dell'azienda che si occupa della carpenteria hanno incrociato le braccia perché lamentano il mancato pagamento delle ultime tre mensilità di stipendio.

La protesta è iniziata martedì mattina alle 7 fuori dal cantiere di via Daste e Spalenga: dal 16 maggio 2011 in quest'area sono in corso i lavori per la costruzione della nuova casa di riposo Gleno. Un intervento da 32 milioni di euro. Il bando di gara per la realizzazione del leasing in costruendo è stato vinto dalla cordata costituita dalla Cooperativa Muratori di Reggiolo (Reggio Emilia), dalle imprese bergamasche Luigi Cividini e Termigas, e da Ubi Leasing che si interessa del lato economico.

A incrociare le braccia sono stati i dipendenti della S.C. Srl di Milano: «Da tre mesi non ci pagano, ma senza soldi non possiamo fare la spesa e dare da mangiare alle nostre famiglie. Siamo tutti padri con figli e mogli a carico». I trenta operai, tra bergamaschi, bresciani, albanesi, tunisini, kosovari e romeni, hanno annunciato che la mobilitazione non cesserà fino a quando non si vedranno corrispondere le loro spettanze.

«La cooperativa – spiega il vicepresidente di Cooperativa Muratori di Reggiolo Marco Bertazzoni – non è fallita e non sta fallendo. Al momento c'è un patrimonio immobiliare che ci consente di coprire i debiti. Si tratta quindi solo di tempo, dobbiamo attendere la nomina del commissario che potrebbe avvenire nei prossimi giorni».

«Vogliamo che tutti i lavoratori vengano pagati – ha commentato il direttore generale Fabrizio Lazzarini – perché ci stanno a cuore tutti i lavoratori, anche se non sono direttamente nostri dipendenti. Noi dobbiamo agire nel rispetto delle regole e purtroppo fino a quando non si aprirà la procedura concordataria non possiamo procedere con la liquidazione di cui abbiamo una completa disponibilità».

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