Il neo prefetto a Bergamo
«L’importante è fare squadra»

Francesca Ferrandino è arrivata a Bergamo nella mattinata di lunedì 2 dicembre e la città le è piaciuta molto. E ha già detto come nuovo prefetto: «Lavorerò in squadra con tutte le realtà del territorio». Contro gli illeciti, il problema della violenza e dei furti. E contro le infiltrazioni mafiose.

È arrivata a Bergamo nella mattinata di lunedì 2 dicembre e la città le è già piaciuta molto: «Bellissima ed elegante» ha detto Francesca Ferrandino, nuovo prefetto di Bergamo. Subito ha incontrato il vescovo mons. Francesco Beschi e nel pomeriggio il questore con, a seguire, nei prossimi giorni, numerosi appuntamenti di carattere istituzionale, per «fare il punto della situazione e fare squadra con tutte le realtà del territorio» ha detto, sottolineando l’importanza del «fare gruppo» .

Inevitabile un commento a caldo su quanto accaduto alla stadio dopo Atalanta-Roma di domenica: «Il problema della tifoseria è una questione sociale oltre che un problema civile - ha detto -. Un problema che tocca purtroppo tutta l’Italia e per disfare questa rete dell’inciviltà serve un lavoro con tutte le istituzioni coinvolte sul territorio». Da qui l’importanza di un dialogo con le forze politiche e le forze dell’ordine, anche in merito al grave problema dei furti: «La violazione della casa è una ferita gravissima nell’animo delle persone - ha detto ancora il neo-prefetto -. Incontrerò i vari attori del territorio per combattere le infiltrazioni mafiose e illecite, ma è importante coordinarsi e

lavorare in squadra». E ha aggiunto: «Non mi piace parlare di prefetto, ma di prefettura. Costituiremo una rete per contrastare la rete dell’inciviltà ultrà e quella delle organizzazioni criminali».

«É chiaro che i grandi appalti sono i più appetibili, per questo dobbiamo stare vigili e so che la prefettura di Bergamo ci ha già lavorato attraverso i sopralluoghi nei cantieri: proseguiremo su questa strada» ha detto il neo-prefetto sul tema delle infiltrazioni mafiose nel Nord Italia e nella Bergamasca, che ha sottolineato inoltre: «É una questione seria che richiede risposte adeguate e rigorose - ha evidenziato -. La certificazione antimafia per le opere connesse ad Expo 2015 è indispensabile per arginare questi fenomeni».

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