«Il treno può far crescere
ancora questo ospedale»

«Per fare sistema dobbiamo essere forti anche dal punto di vista infrastrutturale». Per questo motivo Carlo Nicora, direttore generale dell’Azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII, definisce la fermata del treno «un’ulteriore opportunità di crescita della nostra struttura».

«Per fare sistema dobbiamo essere forti anche dal punto di vista infrastrutturale». Per questo motivo Carlo Nicora, direttore generale dell’Azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII, definisce la fermata del treno «un’ulteriore opportunità di crescita della nostra struttura».

Martedì il Pirellone ha approvato una mozione dei consiglieri regionali bergamaschi a sostegno della realizzazione della fermata del treno a servizio dell’ospedale: «La politica ha interpretato bene quello che è un bisogno e allo stesso tempo un’opportunità» spiega Nicora. «Noi come Azienda ospedaliera non possiamo farci promotori o altro, perché il terreno di confronto è quello politico».

Ma quella semplice fermata (che altro non è che una banchina dalla lunghezza di 250 metri opportunamente attrezzata lungo la linea Bergamo-Ponte San Pietro) potrebbe rappresentare un’ulteriore salto di qualità: «All’interno del nostro recinto ospedaliero siamo già un’eccellenza: un ospedale diventa un centro di riferimento se ha una struttura, medici e infermieri di qualità, e noi li abbiamo. Se ora ci mettessimo anche il treno...».

Sarebbe la ciliegina sulla torta: «Di più. Geograficamente siamo già al centro della Lombardia, per esempio nella gestione delle emergenze-urgenze: raggiungerci anche via ferro ci renderebbe ulteriormente attrattivi». Perché dal punto di vista viabilistico «l’ospedale è già innestato su grandi assi stradali di scorrimento veloce e a pochi chilometri dall’autostrada», ricorda Nicora. «Poi non sottovaluterei il ruolo sempre più crescente dell’aeroporto in una dimensione internazionale: ci manca solo il treno, insomma».

Che rappresenterebbe un’offerta sia per l’utenza bergamasca, sia per quella che arriva da fuori provincia. E Nicora sciorina dati: «Il 15% dei nostri 32 mila ricoveri annuali viene da fuori Bergamo». Ovvero 4.800 persone: «3.000 da altre province lombarde, 1.550 da fuori Regione e 250 sono stranieri. E quest’ultimo dato potrebbe aumentare, considerate alcune nostre eccellenze mediche indiscusse e la presenza di uno scalo internazionale come Orio».

«Da un punto di vista logistico, l’ubicazione dell’ospedale è stata scelta in forza della sua vicinanza alle infrastrutture. Siamo a pochi metri da una linea ferroviaria che consente di raggiungere da un lato Bergamo e l’hinterland Est e dall’altro Lecco, Milano e la Brianza» prosegue il direttore generale: «Potremmo giocare davvero un ruolo decisivo nell’alta specialistica, allargare il nostro bacino d’utenza a 2 milioni d’abitanti. Abbiamo tutti gli elementi per fare da hub a livello macroregionale».

C’è poi la questione, per così dire, interna: «Una fermata del treno allevierebbe in modo notevole la pressione sul parcheggio, favorendo l’accesso alla struttura sia per l’utenza, ma anche per i nostri dipendenti. Il nostro è un ospedale d’eccellenza ma per crescere ancora, per lo sviluppo futuro, collegarlo anche con la ferrovia sarebbe davvero importante».

A proposito di parcheggio, la mozione approvata al Pirellone chiede anche di risolvere una volta per tutte la grana delle tariffe e della contestata convenzione con Bhp, la società che gestisce la struttura. «Abbiamo due tavoli aperti, uno con Bhp e l’altro con la Regione Lombardia per valutare modifiche all’Accordo di programma». Così da consentire il passaggio del parcheggio dalla Provincia all’Azienda ospedaliera stessa. «Stiamo lavorando su entrambi i fronti», assicura Nicora.

Dino Nikpalj

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