La Cisl e le confische «mafiose»
«La Lombalabria non è fantapolitica»

«E qualcuno pensava che inventando il termine “Lombalabria” facessimo della fantapolitica. I fatti li smentiscono. Le ramificazioni della criminalità costituiscono ormai il nerbo dell’economia regionale». Così Francesco Breviario, responsabile legalità per la Cisl.

«E qualcuno pensava che inventando il termine “Lombalabria” facessimo della fantapolitica. I fatti li smentiscono, ogni giorno, in misura sempre più chiara. Le ramificazioni della criminalità organizzata, in special modo quella ‘ndranghetista, costituiscono ormai il nerbo dell’economia regionale, e in buona misura di quella bergamasca».

Così Francesco Breviario, responsabile legalità per la Cisl regionale e provinciale, commenta le prime notizie sul blitz della polizia che ha portato alla confisca ai danni del patrimonio del clan Gallico per un totale di 6 miliardi.

Tra questi - ricorda la Cisl - quote sociali e patrimonio aziendale (comprensivo di conti correnti) della società “Diana Pallet Srl”, con sede legale in Treviglio (ma di fatto inesistente, ndr) che opera nel settore del commercio all’ingrosso di legname, operazioni di facchinaggio, trasporto merci e manovalanza in genere; lavori di pulizia in genere; patrimonio aziendale dell’impresa individuale “Outlet della frutta” con sede legale in Mozzanica che opera nel settore del commercio di frutta e verdura e polizze assicurative ed altri conti correnti, libretti di deposito al portatore o nominativi.

“Non possiamo più nasconderci – continua Breviario, tra l’altro impegnato proprio in questi momenti nella tappa lombarda della Carovana Antimafie, che venerdì sarà a Bergamo -. L’intera società civile deve iniziare a mobilitarsi per impedire l’occupazione “militare” delle mafie sul nostro territorio, e spingere istituzioni e politica a interventi seri e determinati. Non è solo una questione giudiziaria, ma di reazione del tessuto sociale e civile, sul quale la politica deve lavorare, per creare gli adeguati anticorpi a questo silenzioso proliferare”.

“La mafia - conclude - è capace di “abitare” un territorio aprendo attività produttive e creare “reti” di traffici illeciti a vario titolo creando, a sua volta, varie dipendenze della gente che vive in quel territorio. E il territorio trevigliese con lo sviluppo e le infrastrutture prospettati si presta magnificamente ai loro scopi. Possibile che nessuno ci abbia mai pensato? Possibile che non si possa intervenire concretamente?”.

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