Legambiente scrive al premier Renzi:
No al sostegno da un miliardo e mezzo

Legambiente scrive al premier Renzi e al ministro Lupi: lo fa a pochi giorni dalla seduta del Cipe in cui si dovrebbe discutere la decisione di esentare dalle tasse la realizzazione e l’esercizio delle autostrade lombarde Pedemontana e Brebemi.

Legambiente scrive al premier Renzi e al ministro Lupi: lo fa a pochi giorni dalla seduta del Cipe in cui si dovrebbe discutere la decisione di esentare dalle tasse la realizzazione e l’esercizio delle autostrade lombarde Pedemontana e Brebemi, ma il condizionale è d’obbligo, visto che da tre mesi la fatidica seduta del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica è continuamente rinviata.

Un’esenzione che vale come un contributo pubblico per oltre un miliardo e mezzo a sostegno delle due opere, e di cui si avvantaggeranno solo proprietà e azionisti delle società private che beneficeranno delle entrate dai pedaggi, salatissimi per gli utenti, nel prossimo ventennio.

«Nelle condizioni in cui versano l’economia e il bilancio dello Stato italiano riteniamo eticamente ed economicamente inaccettabile un simile regalo ai signori delle concessionarie, pagato dagli stessi contribuenti che poi, in veste di utenti, dovranno sborsare anche il pedaggio delle autostrade più care d’Italia», dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia e firmatario della lettera inviata al Governo.

Ma nel mirino dell’associazione ambientalista non c’è solo la contabilità economica di due opere che hanno fallito clamorosamente il loro piano di finanziamento privato, ma anche il conto ambientale che rischia di chiudersi con la devastazione già avvenuta per la BreBeMi, che ha cancellato centinaia di ettari di pianura agricola tra Milano e Brescia, e quella ancora in parte evitabile di Pedemontana, che dopo avere sbancato centinaia di ettari di bosco tra il varesotto e il comasco ora si accorge di non avere soldi né credito per proseguire nella sua opera di devastazione.

«Al Governo abbiamo anche voluto sottolineare le bugie che appartengono alla propaganda di queste grandi opere - prosegue Di Simine - innanzitutto la bugia del finanziamento privato, perché Brebemi ha potuto chiudere gli accordi con le banche solo drenando risorse dal credito agevolato concesso da Bei e Cassa Depositi e Prestiti, e Pedemontana ha già sprecato gran parte dei 1200 milioni di contributi pubblici diretti. E anche la bugia dell’Expo 2015 a cui le opere sono state furbescamente collegate quando non esiste nessun collegamento reale con l’accessibilità al sito espositivo, che avrebbe semmai bisogno di connessioni serie e funzionali con il sistema del trasporto pubblico».

Che fare allora? La Brebemi è già pronta per l’apertura e dunque, secondo l’associazione, non c’è bisogno di sconti fiscali: la aprano e andremo a verificare se ci sono davvero i flussi di traffico che avrebbero dovuto giustificare un’infrastruttura così pesante. Diverso il discorso per Pedemontana: «Un mostro da 5,2 miliardi di euro, soldi che non si sa dove andare a prendere anche in caso di defiscalizzazione. Questo è l’ultimo momento utile per fermare l’avanzamento dell’opera e rivedere completamento il progetto. Siamo sicuri che i problemi viabilistici della Brianza possano essere risolti con un progetto molto meno costoso e devastante per il territorio, e magari senza neanche dover ricorrere a un’autostrada a pedaggio».

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