Lombardia a Statuto speciale?
Caccia ai voti per il referendum

I gruppi consiliari di maggioranza hanno presentato la proposta ufficiale di consultazione referendaria, ma servono i 2/3 dell’aula. E alla maggioranza mancano già i 9 voti di Ncd che non si è ancora espressa in materia.

La Lombardia sia riconosciuta Regione a Statuto speciale, potendo così trattenere fino al 100% del gettito fiscale, per la sua «dimensione economico-produttiva e sociale» e per il fatto di essere, al pari delle altre Regioni italiane non ordinarie, «al confine con uno Stato estero» la Svizzera.

È su questi assunti che si fonda la proposta di referendum, anticipata idal presidente della Regione, Roberto Maroni, e illustrata giovedì 3 aprile dai capigruppo consiliari del centrodestra che l’hanno firmata.L’idea dei promotori - Lista Maroni, Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Pensionati, ossia 41 consiglieri su 80 - è ottenere la celebrazione del referendum entro quest’anno.

Ma per il momento non hanno voti sufficienti per farlo passare in Consiglio regionale. Non solo, infatti, la proposta non è stata ancora firmata dal gruppo di Ncd (sono 9 consiglieri, che devono ancora decidere) ma per passare serve anche il voto favorevole di due terzi dell’Aula del Pirellone. «A noi non fa paura - ha risposto in conferenza stampa il primo firmatario, Stefano Bruno Galli, capogruppo della Lista Maroni -. Per noi la proposta dovrebbe avere 80 voti su 80: nel dibattito vedremo chi è amico e chi è nemico del popolo lombardo».

«Condivido la scelta del Presidente Maroni di indire il referendum consultivo entro l’anno. I lombardi meritano di essere consultati sul tema di una maggiore autonomia per la nostra Regione, che è la più virtuosa del Paese e subisce costantemente una pressione fiscale inaccettabile da parte dello Stato centrale» il commento della consigliera regionale bergamasca Lara Magoni (Lista Maroni). «Non stiamo chiedendo di avere aiuti economici da parte dello Stato ma solo di poter trattenere in Lombardia le nostre risorse. Per questi motivi sono convinta che, anche sul territorio bergamasco, caratterizzato da un denso tessuto economico e produttivo, il referendum sarà accolto con favore dalla popolazione, stanca di dover pagare per gli sprechi di altre regioni».

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