Morì schiacciato alla Lucchini
Sentenza capovolta: tre assolti

Assolti perché il fatto non sussiste. A sei anni dall’infortunio costato la vita a un operaio della Lovere Sidermeccanica (oggi Lucchini Rs) la Corte d’Appello di Brescia ha scagionato tre responsabili aziendali di allora.

Assolti perché il fatto non sussiste. A sei anni dall’infortunio costato la vita a un operaio della Lovere Sidermeccanica (oggi Lucchini Rs) la Corte d’Appello di Brescia ha scagionato tre responsabili aziendali di allora, rovesciando di fatto la sentenza di primo grado del Tribunale di Clusone che li aveva condannati a un anno e mezzo.

Il caso oggetto del processo è l’incidente del 14 maggio 2007 in cui era morto Vittorio Bendotti, un operaio cinquantenne di Castro che era stato travolto da due pesanti barre metalliche. Dopo la tragedia la Procura aveva aperto un fascicolo per omicidio colposo iscrivendo nel registro degli indagati l’ingegner Rosario Langella, all’epoca dei fatti procuratore della società e direttore; l’ingegner Andrea Goglio, allora dirigente della linea forgiati; e Valter Gualeni che era il capo del reparto forgiatura.

Dopo il rinvio a giudizio, nel 2010 si era aperto il processo al Tribunale di Clusone e il primo grado si era concluso con la condanna dei tre imputati a un anno e mezzo (senza la condizionale) e con un risarcimento di 30 mila euro a favore della Fiom: di fatto, il giudice aveva riconosciuto responsabili dell’incidente i tre imputati, che secondo la tesi accusatoria non avevano fatto tutto il possibile per evitare incidenti in fabbrica e proteggere gli operai.

Una tesi invece contrastata dai difensori degli imputati, gli avvocati Giampiero Canu di Lovere e Michele Bontempi di Brescia, secondo i quali l’incidente era avvenuto perché l’operaio aveva compiuto un’operazione non autorizzata e imprevedibile. I difensori avevano dunque presentato ricorso in appello, che ieri è stato accolto.

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