Ospedale, creditori all'attacco:
«I Riuniti saldino i debiti di Dec»

Il Comitato creditori del nuovo ospedale lancia una proposta agli Ospedali Riuniti: l'azienda «acquisti» il loro credito nei confronti della Dec e in cambio non attiveranno il già annunciato presidio al cantiere della Trucca. Altrimenti non ci sarà alcuna apertura.

Il Comitato creditori del nuovo ospedale di Bergamo (una trentina di aziende - bergamasche e no - che hanno lavorato in subappalto per la Dec di Bari ma non hanno ricevuto il saldo delle loro commesse, per un totale di oltre 10 milioni di euro), lanciano una proposta agli Ospedali Riuniti: l'azienda «acquisti» il loro credito nei confronti della Dec e in cambio non attiveranno il già annunciato presidio al cantiere della Trucca. «Se le aziende che hanno costruito il Papa Giovanni XXIII non verranno saldate, non ci sarà nessuna apertura e nessun trasloco», avevano dichiarato.

A tutela delle loro istanze, si sono affidati all'associazione Lia, Liberi imprenditori associati di Bergamo. E lunedì la Lia incontrerà l'azienda ospedaliera proprio per discutere la questione delle aziende che hanno lavorato in subappalto e che non sono state pagate.

Dal canto loro, i Riuniti, pur dicendosi pronti a un confronto, hanno sempre evidenziato che, a norma di legge, non possono intervenire loro sui saldi non effettuati dalla Dec Spa, visto anche la richiesta di concordato preventivo avanzata dal colosso barese.

Ora il Comitato dei creditori mette sul tavolo una proposta nuova e avanza l'ipotesi di accordo con i Riuniti sulla cessione del credito. «È una strada percorribile prevista grazie all'articolo 56 della legge fallimentare – spiega Gabriele Forcella, uno dei legali a cui si sono affidati la Lia e il Comitato creditori – . È una possibilità che lascia fuori la Dec, ma permette ai Riuniti di acquistare, diciamo così, i crediti delle aziende in subappalto, liquidando alle stesse una percentuale del totale, che potrebbe andare dal 50% in su, e consente poi di rivalersi nei confronti dell'azienda titolare dell'appalto. E per le ditte non pagate questo permetterebbe di tirare il fiato e di portare a casa almeno una parte delle loro spettanze in modo certo. Diversamente, rischierebbero di restare con un pugno di mosche». 

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