Ospedale, spiragli per i creditori
Fase delicata: forse a inizio 2014

Avevano dato un ultimatum: se non verremo saldati entro il 10 dicembre andremo a smontare l’ospedale che abbiamo costruito, per il quale abbiamo lavorato con precisione e puntualità ma non siamo stati pagati. Ora sono in attesa: sembra aprirsi uno spiraglio.

Avevano dato un ultimatum: se non verremo saldati entro il 10 dicembre andremo a smontare l’ospedale che abbiamo costruito, per il quale abbiamo lavorato con precisione e puntualità ma non siamo stati pagati.

A oggi, a data dell’ultimatum scaduta, e siamo a un anno esatto dall’avvio del trasloco dai vecchi Ospedali Riuniti di Largo Barozzi al nuovissimo Papa Giovanni XXIII alla Trucca, i titolari delle imprese che hanno lavorato in subappalto della Dec spa di Bari e sue consortili (titolare per la costruzione dell’ospedale e finita in concordato preventivo) non hanno ancora messo in atto le loro minacce.

«Siamo in una fase delicatissima», dicono a denti stretti. E fonti più che accreditate sussurrano che la fase delicatissima coinciderebbe in uno spiraglio, questa volta pare proprio concreto, per la soluzione dello «stallo» in cui versano le oltre 40 imprese, molte bergamasche, che, in parecchi casi da oltre due anni, aspettano di essere saldate. Un saldo complessivo che ammonta a quasi 11 milioni di euro. Una soluzione potrebbe arrivare a inizio 2014.

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