Parlano i periti della difesa di Bossetti:
Yara uccisa da un mancino, coltello kali

Claudio Salvagni, avvocato di Massimo Bossetti, in una conferenza stampa nel suo studio di Como, e con accanto tutti i periti della difesa, ha illustrato i dettagli della nuova istanza di scarcerazione a favore del carpentiere di Mapello, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio e in carcere dallo scorso giugno, ovvero da otto mesi.

Le lesioni che presentava sul corpo Yara Gambirasio, secondo i consulenti della difesa, potrebbero essere state inferte da un «mancino e con un'arma importante» Un'arma che potrebbe assomigliare a un coltello usato nel kali filippino, una particolare tecnica di combattimento. A ipotizzarlo, nella conferenza stampa, è Dalila Ranalletta, medico legale che fa parte del collegio difensivo.

L'esperta ha spiegato che i colpi d'arma da taglio inferti alla ragazza sono stati vibrati con «un’arma veramente importante che ben si concilia con il tipo di lesioni» riscontrate sul corpo della ragazza, in modo particolare una alla gola. Il fatto, inoltre, che la maglietta della ragazza, nonostante la ferita alla gola fosse intonsa, e così la posizione in cui fu trovato il cadavere, fa ipotizzare che Yara «sia stata spogliata e rivestita».

Nel computer di Massimo Bossetti, in carcere per l’omicidio Gambirasio, secondo i consulenti della difesa, vi è una sola ricerca relativa alla parola «13enne» e molte di queste ricerche non sono state datate nella consulenza disposta dalla Procura. Giuseppe Dezzani, incaricato dal legale di Bossetti, Claudio Salvagni, ipotizza, inoltre, che altre ricerche, apparentemente a sfondo sessuale, relative a 13enni, possano essersi generate in modo «automatico ma non necessariamente manuale».

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