Per Papa Giovanni XXIII santo
«Nessuno sconto, tanti i miracoli»

Per canonizzare Giovanni XXIII papa Francesco non ha né fatto «sconti» “né esentato dal miracolo” e per questo la sua canonizzazione non si può considerare «equipollente». Lo precisa il prefetto della Congregazione per le cause dei santi, Angelo Amato, sull’Osservatore romano.

Per canonizzare Giovanni XXIII papa Francesco non ha né fatto «sconti» «né esentato dal miracolo» e per questo la sua canonizzazione non si può considerare «equipollente». Lo precisa il prefetto della Congregazione per le cause dei santi, Angelo Amato, sull’Osservatore romano.

Papa Bergoglio per Roncalli, spiega il card. Amato, «ha solo ridotto i tempi, per la grande opportunità per la Chiesa intera di celebrare nel 2014 con Giovanni XXIII, l’iniziatore del concilio Vaticano II, e con Giovanni Paolo II, il realizzatore dei fermenti pastorali, spirituali e dottrinali dei documenti conciliari».

La Positio di Papa Roncalli, ha sottolineato il porporato, «è piena di resoconti di miracoli e di fama di segni. Per questo, la sua canonizzazione non è da considerarsi equipollente». Fin dal 3 settembre 2000, da quando cioè Giovanni Paolo II lo proclamò beato, sono pervenute numerose segnalazioni di grazie e di favori ottenuti per sua intercessione.

Segnalazioni che, ha detto il prefetto, «provengono da tutto il mondo, spesso sono accompagnate da documentazione medica, e attestano che il ricorso del popolo di Dio all’intercessione del beato è diffuso, continuo, spontaneo e universale”. Queste notizie di grazie ottenute pervengono soprattutto al rettore della casa natale di Roncalli, a Sotto il Monte (Bergamo), al neo cardinale Loris Francesco Capovilla, che fu a lungo segretario personale del Pontefice, alla postulazione generale dei frati minori di Roma e alla stessa Congregazione delle cause dei santi.

Tra i casi particolarmente interessanti in proposito, il card.Amato ha ricordato quello avvenuto nel dicembre 2002 a Napoli, dove una signora «ingerì per errore una bustina di cianuro. Invocando il beato si salvò dall’avvelenamento senza riportare danno ai reni, né alla milza, e guarendo contestualmente dalla cirrosi epatica”. Miracolo che, ha precisato, è “parte integrante del processo di beatificazione e di canonizzazione».

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