Presidi, è caos: salta la firma
Non entreranno in servizio il 10

La Lombardia è destinata a restare senza presidi. Venerdì i 355 vincitori del concorso e della sede (63 i bergamaschi), sono stati convocati a Milano, per firmare il contratto a tempo indeterminato di dirigente scolastico. Ma è saltato tutto. Rimandati a settembre, forse.

La Lombardia è destinata a restare senza presidi. Venerdì i 355 vincitori del concorso e della sede (63 i bergamaschi), sono stati convocati a Milano, per firmare il contratto a tempo indeterminato di dirigente scolastico, il contratto triennale di assegnazione della sede e la presa di servizio per il 10 marzo.

Ignari che la sera precedente una nota da Roma al direttore regionale Francesco De Sanctis, firmata dal capodipartimento Istruzione del ministero per l’Istruzione, l’università e la ricerca scientifica, Luciano Chiappetta, aveva bloccato la procedura.

Increduli e furenti, dopo tre anni di attesa e due concorsi, i neo presidi si sono sentiti dire che non avrebbero preso servizio fino al primo settembre, dovendosi salvaguardare la continuità didattica fino al termine dell’anno scolastico.

A nulla sono valsi i tentativi di De Sanctis di raggiungere il ministro Stefania Giannini e l’allarme dell’assessore regionale all’Istruzione e formazione Valentina Aprea. La giornata che doveva essere di festa si è trasformata per tutti in un nuovo incubo.

Dopo la firma monca, alcuni sono tornati a casa, altri hanno bivaccato inutilmente in Regione, cercando di sapere qualcosa di più. Ora tornano nelle classi che avevano salutato, ai distacchi di vicario, all’incertezza.

Perché rischiano di non diventare mai presidi. Martedì 11, infatti, il Tar della Lombardia si pronuncerà su un ricorso presentato da un bocciato agli scritti del concorso 2.

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