Prostituta uccisa, la perizia:
«Schena era capace di intendere»

Totalmente capace di intendere e di volere: Isaia Schena, il camionista trentasettenne di Cene finito in carcere a marzo di quest’anno con l’accusa di omicidio volontario per la morte di Madalina Palade, ventisettenne ballerina romena, è stato ritenuto consapevole delle sue azioni.

Totalmente capace di intendere e di volere: Isaia Schena, il camionista trentasettenne di Cene finito in carcere a marzo di quest’anno con l’accusa di omicidio volontario per la morte di Madalina Palade, ventisettenne ballerina romena, è stato ritenuto consapevole delle sue azioni.

A stabilirlo l’esperto nominato dal giudice delle indagini preliminari Alberto Viti, lo psichiatra Sergio Luca Monchieri, sentito nella mattinata di lunedì 14 luglio in sede di incidente probatorio. Secondo l’esperto, dopo un’attenta valutazione delle condizioni di Isaia Schena e dopo averlo anche sentito e sottoposto a test, il camionista sarebbe quindi da ritenersi sano di mente, senza neppure disturbi della personalità in grado di creare in lui momenti di minore lucidità o comunque vizio di mente.

Un’opinione contestata però, sempre lunedì mattina, da Massimo Biza, psichiatra consulente di parte nominato dal difensore di Schena, avvocato Roberto Bruni. Secondo Biza non si potrebbe - a quanto appreso - escludere così facilmente la possibilità di un disturbo della personalità: in questo caso si potrebbe quindi arrivare a identificare un vizio quanto meno parziale di mente.

Il perito del giudice si è anche espresso su un secondo punto, sollevato dalla difesa: Schena, infatti, avrebbe agito al momento dell’omicidio sotto l’effetto congiunto di un mix di alcol e sostanze stupefacenti, in particolare cocaina. Schena nel frattempo resta in carcere.

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