Raccolta firma anti-coprifuoco
La rivolta dei locali della movida

Citano le promesse fatte in campagna elettorale da Giorgio Gori e non mantenute, i gestori dei locali di Borgo Santa Caterina.

Che da lunedì, danno al via ad una raccolta firme, dal titolo «Salviamo la Movida in Borgo Santa Caterina», petizione volta a «sensibilizzare l’amministrazione comunale, i residenti del borgo e cittadini di Bergamo in relazione alla tematica della movida», spiegano i firmatari del comunicato stampa che lancia l’iniziativa (portata avanti nei mesi scorsi anche dai residenti, «pro silenzio», con 400 firme raccolte).

La petizione popolare sarà on line da lunedì, su proposta di sei locali (Reef Cafè, Shake Bar, Doma Shot, Chiringuito Cafè, Marika’sss e La Ciupiteria) colpiti (insieme a tutti gli altri bar e ristoranti del borgo) dall’ordinanza sindacale restrittiva, che da venerdì sera 5 dicembre (e per 60 giorni) impone la chiusura dei locali all’1.30.

I difensori della movida spiegano di voler «difendere il diritto dei giovani ad aggregarsi e il diritto dei commercianti di lavorare nel rispetto della legge». Tra le premesse, i «sette punti del programma elettorale di Gori, ancora visibili sul sito del sindaco» polemizzano i gestori, segnalando il link. Dalla richiesta di presidio costante, la destinazione di un locale a bagno pubblico o il posizionamento di bagni chimici nelle vie laterali, l’impegno a potenziare il trasporto pubblico serale fino all’identificazione di aree alternative a Borgo Santa Caterina, privilegiando quelle dismesse.

© RIPRODUZIONE RISERVATA