«Riaccendere il buio che c’è in noi»
Le fontane di luce arrivano da Parigi

«Le stelle che brillano nel cielo sono le persone che ci hanno fatto del bene. Anche noi dobbiamo diventare una stella e brillare con il bene di cui siamo capaci». Così il vescovo Beschi ha augurato un felice Natale ai bambini della scuola Bambin Gesù.

«Le stelle che brillano nel cielo sono le persone che ci hanno fatto del bene. Anche noi dobbiamo diventare una stella e brillare con il bene di cui siamo capaci». È con queste parole che il vescovo Francesco Beschi ha augurato un felice Natale ai bambini della scuola Bambin Gesù che ieri hanno suonato in occasione della consegna dei panettoni solidali - offerti ad alcune onlus della città che operano a sostegno delle famiglie.

Un’iniziativa organizzata dal Centro diocesano missionario, associazione Pro Jesu e Ascom in collaborazione con Distretto Urbano del commercio Bergamo Centro. Non a caso il vescovo ha parlato di stelle, perché le luminarie di quest’anno seguono il fil rouge della stella, scelta come simbolo anche dal Cdm per la campagna «Guarda la stella! Natale di solidarietà».

Il regista delle luminarie natalizie ha spiegato la simbologia delle luci sparse per la città che ieri si sono arricchite di una fontana di luce arrivata direttamente dagli Champs-Élysées che illumina la fontana di piazzale Marconi.

«Per me è un progetto molto importante e questi panettoni sono la mia ricompensa solidale per il progetto illuminotecnico – ha spiegato Alessandro Riva, amministratore delegato del Distretto del commercio –. Il valore del mio lavoro è il tempo speso e credo sia fondamentale dedicarne agli altri. La stella più bella è sul sagrato della chiesa di Sant’Alessandro in Colonna, altre sono state messe vicino all’ospedale e al viale che porta al cimitero. Queste luminarie hanno un significato, inducono a guardare in alto a pensare alle persone care che dall’alto vedono le luci in modo diverso». Ad ispirare Riva i bambini: «Un apporto particolare è stato dato dai bambini , il progetto è quello che ho visto nei loro occhi».

Fondamentale il contributo del Comune di Bergamo: «Le luminarie sono una cosa complessa, significa trovare le risorse, anche in momenti di crisi, coordinarsi con la Camera di commercio e tutto il commercio della città, fare sistema – ha detto Enrica Foppa Pedretti, assessore alle Attività produttive –. Abbiamo voluto mantenere un impegno economico così importante nonostante la crisi perché vogliamo favorire un livello di felicità che si esprime anche con un abbellimento della nostra città. In un momento così difficile avere una città spenta non aiuterebbe».

A chiudere gli interventi il vescovo Beschi: «Il messaggio del Natale è come se risvegliasse una parte di noi che a volte resta un po’ nascosta . Un risveglio che non è frutto solo di una luce che ci circonda e di una tradizione che ci accompagna ma che scaturisce dal Vangelo. È una grande gioia vivere questi momenti nel segno di una vasta e profonda solidarietà, che abbraccia tutto il mondo con i progetti del Centro missionario a partire dalla realizzazione di scuole, dove milioni di bambini si riscattano dalla fame e dalla povertà. Anche a Bergamo è successo un miracolo, con il Fondo famiglia, grazie alla generosità della comunità bergamasca».

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