Sulle comunità religiose
in Consiglio scoppia la bagarre

In teoria doveva essere un documento tecnico e privo di particolari connotazioni di parte. Di fatto è diventato l’oggetto di uno scontro politico non inedito, ma decisamente animato. Stiamo parlando dell’ordine del giorno collegato alla maxivariante urbanistica sul Pgt

In teoria doveva essere un documento tecnico e privo di particolari connotazioni di parte. Di fatto è diventato l’oggetto di uno scontro politico non inedito, ma decisamente animato. Stiamo parlando dell’ordine del giorno collegato alla maxivariante urbanistica sul Pgt presentato ieri sera in Consiglio comunale da Stefano Zenoni (Patto civico).

Nelle pieghe dell’articolatissimo provvedimento portato in aula dall’assessore Andrea Pezzotta c’è anche un riferimento alle destinazioni d’uso per i servizi religiosi - in pratica un adeguamento alla normativa regionale - che al consigliere di Patto civico è bastata per chiedere, attraverso lo stesso ordine del giorno, di «avviare un censimento delle diverse comunità religiose presenti in città e predisporre uno studio ricognitivo di carattere urbanistico al fine di individuare le aree potenzialmente in grado di ospitare le strutture legate all’esercizio dei vari culti».

Una richiesta generale, senza alcun riferimento ad alcuna confessione specifica, che viene interpretata però secondo un copione ormai classico: quello pro moschea. A dire il vero, tutto fila liscio, fino a metà Consiglio e cioè fino a quando Nadia Ghisalberti, sempre Patto civico, fa saltare il tappo. Alla fine, come prevedibile, passa solo la maxivariante , mentre l’ordine del giorno di Zenoni viene bocciato con i voti contrari del centrodestra.

© RIPRODUZIONE RISERVATA