Tasse, basta un ritardo di 3 giorni
Equitalia chiede il 20% in più

Ordinaria burocrazia. Verrebbe da dire così di fronte alla vicenda che coinvolge un cittadino 65enne di un paese della Bergamasca impegnato da fine 2012 a restituire al fisco alcune imposte non pagate, scontrandosi però con una serie di difficoltà.

Ordinaria burocrazia. Verrebbe da dire così di fronte alla vicenda che coinvolge un cittadino 65enne di un paese della Bergamasca impegnato da fine 2012 a restituire al fisco alcune imposte non pagate, scontrandosi però con una serie di difficoltà che rischiano ora di fargli aumentare considerevolmente l’esborso e che, soprattutto, sono già «costate» calcoli e ricalcoli, corrispondenza elettronica e cartacea, insomma, tanto lavoro «che si sarebbe potuto risparmiare – commenta il contribuente – se solo si fossero interpretate con elasticità le norme in vigore. Senza sconti, per carità. Solo con buon senso».

La vicenda ha inizio con la dichiarazione 2011, per i redditi 2010. «In quella occasione – spiega il 65enne – avrei dovuto, secondo i calcoli, pagare un’imposta di circa 7 mila euro, che però non venne pagata». E proprio a questo mancato pagamento faceva riferimento la prima comunicazione arrivata al contribuente da parte dell’Agenzia delle Entrate: un «avviso bonario», per chiedere la somma dovuta (7.278,65 euro), informando anche sulla possibilità di rateizzare l’importo.

«Non appena ricevuto l’avviso – così va avanti il racconto dell’uomo, che tra l’altro ben conosce i meccanismi del sistema fiscale – ho messo mano al computer, comunicando con l’Agenzia delle Entrate per ottenere la rateizzazione e dopo aver fornito tutti i dati necessari mi è arrivato il prospetto, che prevedeva la corresponsione della prima rata entro il 12 novembre 2012 e scandiva poi tutta una serie di contributi trimestrali per estinguere il debito».

A questo punto il nostro contribuente dà mandato al commercialista di provvedere, tramite modello F24, a onorare le scadenze. E in data 12 novembre 2012 paga la prima rata, seguita dalle successive, fino a quella del 2 dicembre 2013 (in tutto 5 rate, su 19 totali). Ma ecco il guaio: il 17 febbraio 2014 arriva una nuova comunicazione di Equitalia: l’Agenzia delle Entrate ha annullato la rateizzazione e il debito va pagato subito, addirittura maggiorato del 30%. Il motivo? Il ritardo del pagamento della prima rata, quella del 12 novembre 2012 che avrebbe dovuto essere saldata tre (3!) giorni prima e la cui scadenza era stata calcolata erroneamente.

Per saperne di più leggi L’Eco di Bergamo del 13 marzo

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