Treviglio, presi i «ladri acrobati»
Ma per loro scatta solo la denuncia

Ricordate la ragazza costretta a nascondersi nell’armadio per non farsi trovare dai ladri, oppure quello della cassaforte con la collezione di fucili sradicata e lanciata dalla finestra del primo piano? La polizia di Treviglio è riuscita a identificare i presunti colpevoli.

Ricordate il caso della ragazza costretta a nascondersi tra i vestiti all’interno dell’armadio per non farsi trovare dai ladri, oppure quello della cassaforte con la collezione di fucili e pistole sradicata e lanciata dalla finestra del primo piano?

Gli agenti del Commissariato di Treviglio sono riusciti a identificare i presunti colpevoli. Si tratta dei cosiddetti «ladri acrobati»: è molto probabile che la polizia abbia colpito nel segno, visto che dal momento del fermo ad oggi non sono state più presentate denunce di furto, mentre la media delle ultime settimane era di 5 denunce di furto in abitazione al giorno.

I «ladri acrobati», come noto, si arrampicano con molta agilità, utilizzando scarpe sportive, ai piani superiori risalendo i tubi delle grondaie o i tubi del gas o dell’acqua: entrano in casa dai balconi e dalle finestre, anche con gli abitanti all’interno.

Il Commissariato ha predisposto numerosi servizi, con personale sia in divisa che in borghese, al fine di prevenire tali furti e fermare i responsabili. Finalmente, intono alle 18 di giovedì 5 dicembre(è risaputo che i furti dei “«ladri acrobati» avvengono solitamente tra le ore 16 e le 20), gli agenti hanno notato in via Buonarroti un giovane intento ad scrutare la zona, con l’atteggiamento circospetto. Faceva il «palo».

I poliziotti si sono appostati a distanza al fine di capire i motivi della sua presenza. Ma poco dopo, vistosi scoperto, il «palo» ha cercato di nascondersi dietro un cartello pubblicitario: poco dopo sulla strada sono sbucati altri due giovani. I tre, non riuscendo a dare giustificazione alcuna della presenza in Treviglio, sono stati fermati ed accompagnati al Commissariato.

Atletici, di corporatura ed abbigliamento simile a quello indicato da vari derubati e muniti di scarpe sportive, sono stati identificati come due appena maggiorenni e uno ancora minorenne. Hanno negato nsistentemente di conoscersi, ma stranamente due di essi risultavano avere lo stesso cognome.

Da un attento controllo dei timbri del passaporto albanese di ciascuno di loro si è scoperto però che tutti avevano varcato lo stesso punto di confine per l’Italia circa un mese prima e tutti lo stesso giorno. Sostanzialmente il timbro era identico.

Sospettando stessero tentando di effettuare uno furto con «arrampicata» nei pressi del luogo ove erano stati fermati, e tenuto conto che risultavano totalmente sconosciuti agli archivi della Polizia, i tre sono stati fotosegnalati e sono state registrate e impronte, per confrontarle con alcuni piccoli frammenti di impronte rilevate in alcuni appartamenti derubati, e stabilire se risultano compatibili.

Analogamente si è proceduto a fotografare il dettaglio delle scarpe e delle suole per confrontarle con impronte di scarpe rilevate sui muri in alcuni sopralluoghi di furto. I tre non risultavano avere né patente né chiavi di auto: hanno raccontato di muoversi con il treno. Ma in via Ariosto, ad alcune centinaia di metri dal luogo del fermo, è stata rinvenuta una Mercedes Classe A, con le chiavi lasciate all’interno, risultata rubata a Cesena dieci giorni prima. È stata sequestrata e sottoposta al controllo da parte della Polizia Scientifica per rilevamento di eventuali frammenti di impronte da confrontare.

Mancando gli estremi per l’arresto in flagranza, la il Commissariato ha potuto procedere solo alla denuncia in stato di libertà dei tre e all’affidamento ad una comunità del minorenne.

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