Tutti a fare selfie con Francesco
All’India si inceppa la macchinetta

A Roma domenica nelle delegazioni ufficiali non è mancato chi è uscito dalle direttive protocollari. Come l’intraprendente moglie del ministro dei Trasporti dell’India Oscar Fernadef a cui si è inceppata la macchina fotografica.

In mezzo a una sfilata di tailleur neri e abiti grigi, due lunghi abiti di pizzo e broccato bianchi. Sono quelli indossati dalle regine Sofia, consorte del re di Spagna Juan Carlos, e Paola del Belgio all’incontro con Papa Francesco.

Nessuno strappo al protocollo, loro sono le uniche a poter usufruire del privilegio di vestire abito e velo bianco durante le udienze o cerimonie con il Papa in quanto regine cattoliche.

Tutte le altre rappresentanti del gentil sesso, secondo le ferree regole del cerimoniale, devono invece indossare abito e velo. Ma le regole, anche fra le mura leonine, si sa, sono fatte per non essere rispettate. Così nelle delegazioni ufficiali non è mancato chi è uscito dalle direttive protocollari. Come l’intraprendente moglie del ministro dei Trasporti dell’India Oscar Fernadef: prima ha chiesto a Papa Francesco il classico selfie, poi la macchinetta non proprio professionale si è inceppata e il Papa ha aspettato pazientemente che altri facessero la foto agognata.

Al termine del rito, Papa Francesco si è intrattenuto per il rituale del saluto con i capi di Stato, oltre una ventina, comprese le teste coronate, poi una quarantina fra tra ministri e vice ministri, otto vice capi di stato e venti capo delegazioni. Tra le prime personalità ad arrivare, il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, con la moglie, accolti dal prefetto della Casa Pontificia, monsignor Georg Gänswein, nonché segretario di Benedetto XVI.


Per l’Italia, non ha voluto mancare il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con la moglie Clio, che al velo nero ha preferito una elegante bombetta, il tutto accessoriato con mocassino e guanti in pizzo. Napolitano ha salutato anche Papa Ratzinger. All’appello ha risposto pure Matteo Renzi, che l’altro giorno ha conversato al telefono con il sindaco di Sotto il Monte, Eugenio Bolognini.

Il premier era accompagnato dalla moglie Agnese (che non aveva il velo). Nella delegazione italiana, i presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, è arrivato a San Pietro in bicicletta ed è salito sulla Papamobile per un saluto a Francesco.


Impeccabile il neopremier francese Manuel Valls, avvolto in un severo impermeabile nero. Per ognuno Francesco ha avuto una parola di ringraziamento. Fra i tanti anche l’ucraino Arseniy Yatsenyuk, il presidente dell’Argentina Cristina Kirchner, il premier irlandese Enda Kenny, infine il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso. Assai controversa la presenza del presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, che a causa delle sanzioni imposte dall’Ue non potrebbe viaggiare né transitare in Europa.


Decisamente folta la delegazione polacca, con in testa il presidente della Polonia Bronislaw Komorowski con la moglie Anae, l’ex presidente Aleksander Kwasniewski, il primo ministro della Polonia Donald Tusk con la moglie Malgorzata. Ma i riflettori sono stati tutti per l’ex presidente Lech Walesa, leader di Solidarnosc.

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