Ubi Leasing, 8 barche nel mirino
Zanetti sereno: «Sempre corretti»

Non ci sarebbe solo l’Akhir 108 da 33 metri, finito - per l’accusa - a una società cipriota di Giampiero Pesenti, ma altri otto yacht tra le imbarcazioni che Ubi Leasing avrebbe venduto a prezzi di favore agli amici degli amici. Emilio Zanetti intanto si dice «sereno».

Non ci sarebbe solo l’Akhir 108 da 33 metri, finito - per l’accusa - a una società cipriota di Giampiero Pesenti, ma altri otto yacht tra le imbarcazioni che Ubi Leasing avrebbe venduto a prezzi di favore agli amici degli amici. Una piccola flotta, passata di mano grazie a quello che il pm della Procura di Bergamo Fabio Pelosi ritiene il meccanismo della truffa contestata: cedere in affitto barche, aerei e altro a gente in odore di insolvenza, di modo che il bene tornasse a Ubi Leasing e venisse rimesso sul mercato notevolmente deprezzato attraverso accomodanti perizie al ribasso.

Gli uomini del nucleo di polizia valutaria della Finanza di Milano che mercoledì mattina si sono presentati nella sede di Ubi in piazza Vittorio Veneto cercavano anche documenti relativi «alle cessioni in favore di società estere e/o fiduciarie a decorrere dall’anno 2007» di un aereo (il Cessna noleggiato da Lele Mora), dell’Akhir 108 finito alla società di Pesenti e di altri 8 yacht: un Albacores, un Uniesse 42, un Falcon 90, un Absolute 47, un Rst 42, un Riva 43, un Guy Couache 22 e un Falcon 102. Gli investigatori sono al lavoro per capire quali movimenti abbiano portato alla svalutazione di tali barche e chi ci sia dietro le società a cui sono finite.

È il filone che riguarda la truffa aggravata e il riciclaggio e che vede indagati Italo Lucchini, commercialista di Bergamo, membro del cdg Ubi, cui è contestata anche la violazione della legge sul conflitto di interessi

Intanto è «sereno» il presidente onorario della Banca Popolare di Bergamo, Emilio Zanetti, fino a marzo presidente del consiglio d’amministrazione della Bergamo e fino all’anno scorso numero uno del consiglio di gestione di Ubi. «Ritengo sia un atto dovuto a seguito dell’esposto di Jannone. Sono sereno: tutti noi abbiamo agito nel massimo del rigore e della correttezza», ha commentato.

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