Zelensky apre ad accordo di pace con rinuncia alla Crimea. Sanzioni Ue, l’intesa slitta ancora

La guerra I media americani: «007 Usa per colpire i generali e la Moskva». Kiev: «Da inizio guerra oltre 2.000 missili su Ucraina». Videoconferenza dei leader G7 domenica 8 maggio con Zelensky.

L’Ucraina sarebbe disposta ad accettare un accordo di pace di compromesso con la Russia se le forze di Mosca si ritirassero «sulle posizioni del 23 febbraio». Lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky, intervenendo in video alla Chatham House, think tank britannico con sede a Londra, e lasciando intendere che almeno per ora Kiev non pretenderebbe la restituzione della Crimea, annessa dai russi nel 2014. «Da parte nostra non tutti i ponti diplomatici sono stati bruciati», ha poi precisato, evitando di avanzare richieste pure su quella parte del Donbass fra Donetsk e Lugansk sottratta a sua volta al controllo di Kiev dal 2014. La Russia resterà «per sempre» nel sud dell’Ucraina, ha affermato un importante esponente del Parlamento di Mosca, Andrei Turchak, durante una visita a Kherson, la città nel sud dell’Ucraina sotto controllo russo da marzo.

Sanzioni Ue, slitta ancora l’accordo

Nonostante il «generale consenso al sesto pacchetto sanzioni» contro la Russia presentato dalla Commissione Europea, e la volontà politica ad approvarlo, i 27 - a quanto si apprende - non hanno ancora trovato la quadra sull’accordo. Rimangono infatti ancora «resistenze» sulla parte relativa al petrolio. I rappresentanti permanenti torneranno a riunirsi del corso del fine settimana, con la speranza di approvare il pacchetto prima di lunedì. Il nodo resta la durata delle deroghe per alcuni paesi e l’entità delle compensazioni. Intanto l’ambasciatore britannico è stato convocato al ministero degli Esteri di Mosca, dove gli è stata espressa una “decisa protesta contro l’adozione di un altro pacchetto di sanzioni” contro la Russia. “Londra ha scelto in modo definitivo il confronto aperto con la Russia”, ha dichiarato Mosca, avvertendo che “continuare su questa linea porterà alla distruzione definitiva delle relazioni bilaterali”. Lo riporta la Tass.

Videoconferenza G7 domenica 8 maggio

Al momento le celebrazioni a Mariupol il 9 maggio per il giorno della vittoria sono impossibili. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, secondo quanto riporta l’agenzia Tass nella giornata di venerdì 6 maggio. «Non ho informazioni su una delegazione ufficiale», ha detto Peskov rispondendo a una domanda sul possibile invio da parte di Mosca di una delegazione ufficiale a Mariupol per il giorno della vittoria. L’organizzazione delle celebrazioni nella città, ha detto, «è impossibile per ovvie ragioni». Peskov, riporta Interfax, ha detto comunque di essere certo che arriverà il momento per queste celebrazioni. I leader del G7 invece terranno una videoconferenza domenica 8 maggio sull’Ucraina con la partecipazione del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Lo annuncia Berlino.

Colpita una fregata russa nel Mar Nero

Una fregata russa Petrel 11356R sta bruciando vicino a Snake Island, nel Mar Nero, dopo essere stata colpita da un razzo ucraino Neptune. Lo conferma il deputato popolare Oleksiy Honcharenko su Telegram, citato dai media ucraini. Un’esplosione si sarebbe verificata sulla nave, seguita da un incendio. Aerei russi stanno sorvolando quell’area del Mar Nero e navi di soccorso sono arrivate dalla Crimea in aiuto della fregata. Secondo i dati aggiornati dello Stato maggiore ucraino «i russi hanno perso una nave».

«Putin non deve vincere la sua guerra contro l’Ucraina e non vincerà» ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz in un discorso pronunciato ad Amburgo. «Ne va della sovranità dell’Ucraina, della libertà del suo popolo, ma anche del futuro di qualsiasi ordine mondiale basato sulle regole», ha aggiunto. «La Russia non ha alcuna intenzione di impiegare armi nucleari nella sua operazione speciale in Ucraina» ha affermato il ministero degli Esteri russo, citato dalla agenzia russa Tass.

Lo scoop dei media americani

«Oggi ci concentriamo sull’acciaieria Azovstal» ha detto la vice prima ministra ucraina Iryna Vereshchuk. «Siamo riusciti a evacuare quasi 500 civili», ha scritto su Telegram il capo dell’amministrazione presidenziale Andriy Yermak. Dopo le ultime evacuazioni, il sindaco di Mariupol stima che dentro l’acciaieria Azovstal di Mariupol restino circa 200 civili. La zona di guerra di Mariupol è un «inferno», dicono il segretario generale Onu, António Guterres, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Il presidente Putin afferma che Mosca è pronta a garantire l’evacuazione dei civili dall’acciaieria Azovstal, ma solo se i militari nello stabilimento si arrendono.

«Gli Usa hanno fornito informazioni di Intelligence che hanno aiutato gli ucraini a uccidere numerosi generali russi» dicono le rivelazioni del New York Times. E la Cnn aggiunge: «Anche per colpire la Moskva». Lo scoop dei media avrebbe infiammato la Casa Bianca.

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