Uso dei farmaci in gravidanza
Da 2 a 39 richieste di info al giorno

In 10 anni le consulenze sono passate dalle 751 del 2001 alle 14.227 del 2012, da una media di 2 a 39 richieste al giorno. É l’aumento vertiginoso delle richieste di consulenza registrate dal servizio di informazione sull’uso dei farmaci in gravidanza e durante l’allattamento, fornito dall’Ospedale di Bergamo.

In 10 anni le consulenze sono passate dalle 751 del 2001 alle 14.227 del 2012, da una media di 2 a 39 richieste al giorno. É l’aumento vertiginoso delle richieste di consulenza registrate dal servizio di informazione sull’uso dei farmaci in gravidanza e durante l’allattamento, fornito dall’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Il servizio, attivo tutti i giorni dell’anno 24 ore su 24, è stato presentato a Roma da Maria Luisa Farina, responsabile della Tossicologia clinica e del Centro Antiveleni, in occasione della cerimonia organizzata dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (Onda) per l’edizione 2013 del Programma Bollini Rosa, il riconoscimento alle strutture ospedaliere italiane che si distinguono per l’attenzione riservata alla salute delle donne.

Quasi due terzi delle richieste di consulenza registrate lo scorso anno prevenivano da fuori regione. Per la gravidanza (43%), le richieste provenivano dalle donne stesse nel 66% dei casi, da medici nel 21% e nel 10% da familiari. Percentuali analoghe per l’allattamento (57% sul totale): il 72% delle richieste proveniva dalle neomamme, il 17% da medici e l’8% da familiari. Solo nello 1% dei casi i tossicologici del Papa Giovanni hanno individuato un rischio significativo con l’uso di farmaci durante la gravidanza o l’allattamento. Nel 66% il rischio non era aumentato, nel 26% da valutare con la diagnosi prenatale oppure con il monitoraggio clinico del neonato e nel 7% non era definibile per mancanza di dati in letteratura.

«Si stima che tra il 56 e il 95% delle donne in gravidanza assuma uno o più farmaci, ma c’è ancora molto confusione su questo argomento, che spesso lascia spazio a comportamenti irrazionali, che vanno dall’allarmismo eccessivo e ingiustificato alla sottovalutazione dei rischi reali – spiega Maria Luisa Farina -. Il nostro servizio non si limita ai farmaci propriamente detti, ma si estende anche ad altri possibili rischi, come infezioni, esposizione a radiazioni, prodotti industriali e cosmetici. In buona parte dei casi i farmaci possono essere presi senza problemi. In caso di rischi reali, in accordo con il medico curante o lo specialista, è possibile sostituire il farmaco con altri che abbiano la stessa indicazione terapeutica e minor rischio, e programmare un accurato monitoraggio della gestante e/o del neonato».

Nel corso della cerimonia l’azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII è stata premiata con 3 bollini rosa, il massimo riconoscimento. Quest’anno è arrivata anche una menzione speciale, perché l’azienda ospedaliera bergamasca è riuscita ad ottenere 3 bollini in tutte e tre le edizioni del programma che si sono succedute dal 2007 ad oggi, un traguardo raggiunto solo da altri 11 centri in tutta Italia.

A fare dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, azienda dove la maggior parte degli operatori è donna, un ospedale in rosa hanno concorso molti servizi: l’attivazione di un protocollo multidisciplinare per le donne vittime di violenza; il percorso per la diagnosi e la cura del tumore al seno, in cui le donne possono anche usufruire della radioterapia intraoperatoria; le attenzioni riservate alle pazienti con sclerosi multipla, che possono contare su un servizio psicologico dedicato e su un ambulatorio multidisciplinare che le segue durante la gravidanza; gli ambulatori multidisciplinari per le malattie reumatologiche; l’ambulatorio pensato per le donne in gravidanza che hanno la necessità di mantenere un trattamento psicofarmacologico; l’ambulatorio per gli adolescenti che presentano un esordio di disturbo bipolare dell’umore; la possibilità di curare neonati affetti da qualunque patologia; l’efficacia del servizio di Procreazione medicalmente assistita; l’ambulatorio cardiologico dedicato all’ecografia fetale; i servizi offerti alle mamme durante il parto, dall’analgesia alla possibilità di partorire in acqua fino alla donazione del sangue da cordone ombelicale possibile ogni giorno dell’anno; i percorsi di diagnosi e cura dell’osteoporosi e infine la presenza di un team dedicato per la gestione del diabete in gravidanza.

«Si tratta di un prestigioso riconoscimento che da tanti anni ci accompagna lungo un percorso continuo di miglioramento dei servizi offerti alle donne – ha commentato Carlo Nicora, direttore generale dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII -. Attenzioni e possibilità che sono il frutto del nostro impegno nel promuovere un approccio di ‘genere’ nella definizione dei servizi sanitari e che sono possibili grazie alle tante professionalità su cui il nostro ospedale può contare. Il risultato sono prestazioni di altissimo livello, organizzate secondo le esigenze delle donne, in modo da offrire loro servizi eccellenti, in un contesto costruito su misura, in cui si possono sentire accolte e ascoltate».

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