Vallanzasca: «Lasciatemi stare...»
La vedova di D'Andrea: «Schifata»

Non poteva non suscitare polemiche la presenza di Renato Vallanzasca a Sarnico, dove l'ex bandito ha ottenuto l'opportunità di lavorare fuori dal carcere. L'ex leader della Banda Comasina da fine luglio presta servizio da un commerciante di abbigliamento.

Non poteva non suscitare polemiche la presenza di Renato Vallanzasca a Sarnico, dove l'ex bandito ha ottenuto l'opportunità di lavorare fuori dal carcere. L'ex leader della Banda Comasina da fine luglio presta infatti servizio presso un imprenditore impegnato nel commercio

Gabriella Vitali - vedova del poliziotto della «Stradale» di Bergamo Luigi D'Andrea,  che con il collega Renato Barborini venne ucciso al casello autostradale di Dalmine dalla banda della Comasina di Renato Vallanzasca il 6 febbraio del 1977- si dice «schifata» della cosa e dispiaciuta che «venga dato spazio a un personaggio simile per una notizia futile». E su Facebook aggiunge, sotto la foto del marito: «È di te che voglio parlare, non del tuo assassino!». Quando suo marito morì aveva soltanto 31 anni, Vallanzasca ne aveva 26.

Nei suoi messaggi su facebook la vedova D'Andrea ha sempre sottolineato l'importanza di quei valori etici, civili e democratici nei quali suo marito credeva e in difesa dei quali ha perso la vita. Valori che, a suo avviso, sembrano traballare di fronte a un tentativo di riabilitazione della figura di Vallanzasca, che lei non esita a definire «belva che ha assassinato a tradimento e barbaramente tanti esseri umani»

E Vallanzasca? Dentro il negozio dove da un mese fa il magazziniere prende dalla gruccia una giacca che va in saldo a metà prezzo, la spazzola un po' e si gira sorridente verso la porta, in attesa di un cliente che sta alla porta. Ma non è un cliente, lui annusa che non lo è e t'inchioda addosso i celebri occhi azzurri.  Poco altro, a parte lo sguardo, è rimasto del bel Renè. Veste giovanile, ma questo signore ha compiuto 62 anni il 4 maggio nel carcere di Bollate. 

Non può parlare con i giornalisti o finisce dentro di nuovo. «Non mettetemi nei guai. Lasciatemi in pace. Ho bisogno di lavorare. Ho 62 anni e 42 li ho trascorsi dietro le sbarre. Lo so, so che tanta gente pensa che io non meriti di vivere. E li capisco anche... Ma la legge pensa che io abbia pagato, almeno un po'. E mi ha concesso di poter lavorare fuori dal carcere».

Franco Dometti, il sindaco di Sarnico, è attònito: «Sono rimasto basito nel leggere L'Eco di Bergamo. Ero completamente all'oscuro di tutto. Non entro nel merito dando giudizi sul progetto di dare al detenuto Renato Vallanzasca la possibilità di lavorare di giorno e rientrare in carcere la sera. Ma sarebbe stato doveroso informarmi preventivamente».

Intanto l'opinione pubblica è spaccata.

Leggi le due pagine che L'Eco ha dedicato al tema nell'edizione del 23 agosto

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