Yara, l'avvocato di famiglia:
«I genitori sono ancora fiduciosi»

«Massima fiducia nell'impegno degli inquirenti». Nonostante sia trascorso ormai un anno dalla scomparsa di Yara la famiglia Gambirasio ha stima in chi sta conducendo l'indagine. Lo conferma Enrico Pelillo, l'avvocato nominato dai genitori per assisterli.

«Massima fiducia nell'impegno degli inquirenti». Nonostante sia trascorso ormai un anno dalla scomparsa di Yara e il fascicolo per omicidio sia ancora a carico di ignoti, non viene meno da parte della famiglia Gambirasio la stima in chi sta conducendo l'indagine, né la speranza che il lavoro profuso porti finalmente ai risultati sperati.

Lo conferma Enrico Pelillo, l'avvocato nominato da Fulvio e Maura Gambirasio per assisterli e seguire da vicino l'evolversi dell'inchiesta giudiziaria.

Avvocato Pelillo, a distanza di un anno dalla scomparsa di Yara, qual è il pensiero della famiglia sulle indagini? Permane la fiducia incondizionata negli inquirenti, sin dall'inizio manifestata e ribadita dai genitori di Yara?

«Sì. I signori Gambirasio apprezzano particolarmente la perseveranza degli organi inquirenti, i quali – pur tra mille difficoltà di ogni genere – non hanno dato mai nemmeno l'impressione di ridurre l'impegno e le risorse profuse».

In linea generale, quali passi potete compiere dal punto di vista procedurale come parte offesa?
«In astratto, le opzioni sono diverse, e – sempre in astratto – allo stato non ne escludiamo nessuna. Al momento la scelta è quella di rimanere in vigile attesa degli sviluppi, che ci auguriamo solleciti ed importanti».

Il segreto istruttorio nelle indagini preliminari non consente di accedere agli atti. In questa fase, dunque, è difficile per la parte offesa poter offrire il proprio contributo alla ricerca della verità?
«I coniugi Gambirasio hanno scelto di effettuare la nomina a mio favore dopo che alcuni accertamenti tecnici irripetibili erano già stati effettuati. Non dimentichiamo comunque che la figura dell'accusa privata è, oltre che eventuale, anche in qualche modo subordinata a quella dell'accusa pubblica, com'è giusto e doveroso che sia».

Quali motivazioni hanno indotto la famiglia a scegliere di farsi assistere da un avvocato?
«Io credo innanzitutto perché sperano con tutte le loro forze che il fascicolo – allo stato contro ignoti – passi a carico di noti, e dunque che si celebri un processo. Inoltre, alcuni tecnicismi processuali non sono di immediata comprensione. Peraltro, non mi sono interrogato più di tanto sulle motivazioni che li hanno spinti: si tratta semplicemente dell'esercizio di una loro facoltà».

Vista la complessità della materia d'indagine, che passa per le analisi del Dna e dei tabulati telefonici, valutate l'ipotesi di nominare in futuro un consulente tecnico?
«Come dicevo prima, non ci precludiamo a priori nessun diritto, nel novero di quelli previsti dal codice di rito. Sicuramente, se ciò dovesse accadere, la eventuale nomina sarebbe unicamente finalizzata a cercare di portare un ulteriore contributo alle indagini».

La famiglia Gambirasio ha sempre preferito il riserbo e la discrezione, rispetto al clamore mediatico. Qual è la vostra posizione in merito alla costante grande attenzione dedicata al caso di Yara da televisione e stampa, anche nazionale, con trasmissioni di approfondimento e persino talk-show?
«A mio giudizio quella del riserbo è stata una scelta assolutamente condivisibile. Personalmente infatti apprezzo particolarmente il pudore nei sentimenti. Inoltre, non sono certo professionisti della comunicazione; hanno correttamente scelto di cercare di proseguire nelle loro vite, devastate da una tragedia di tali proporzioni: non dimentichiamo che hanno altri tre figli da crescere. Per quel che riguarda il clamore mediatico, in casi come questo purtroppo ritengo sia inevitabile».

La parrocchia aveva preparato un libro-raccolta di lettere e pensieri per Yara, da distribuire alla comunità di Brembate Sopra. L'opuscolo però non verrà distribuito. Si interpreta così il desiderio di discrezione e riserbo della famiglia?
«Non essendo oggetto d'indagini, né questione giuridica, non ho parlato della questione con i miei assistiti. In ogni caso, anch'io penso che tale scelta rimanga nel solco del comportamento sempre tenuto dalla famiglia e da chi le sta vicino».

A detta degli stessi inquirenti, raramente un'indagine si è rivelata così difficile e sfortunata come quella sulla scomparsa di Yara. Possiamo ancora sperare in una soluzione della vicenda?
«Assolutamente sì. Con tutte le nostre forze. Che tali delitti restino impuniti è una sconfitta per tutti».

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