Yara: «Sarebbe tutto diverso
se l’autista fosse ancora vivo»

«Siamo arrivati a stabilire l’identità del padre del killer e questo risultato è dipeso dall’impegno, dalla capacità degli investigatori e dal valore delle loro intuizioni. Il dramma è che quando siamo arrivati al suo nome abbiamo scoperto che è morto nel 1999».

«Siamo arrivati a stabilire l’identità del padre del killer e questo risultato è dipeso interamente dall’impegno, dalla capacità degli investigatori e dal valore delle loro intuizioni. Il dramma è che quando siamo arrivati al nome di quest’uomo abbiamo scoperto che è morto nel 1999. Se solo avessimo potuto interrogarlo, le cose sarebbero andate in maniera ben diversa. Ma è chiaro che la pista era e resta questa».

Uno sfogo amaro, quello del procuratore capo di Bergamo, Francesco Dettori, nel constatare quanto abbia pesato la sfortuna nell’inchiesta sulla morte di Yara Gambirasio. Parole sincere, da cui traspare il dispiacere e la frustrazione di tutto il pool di investigatori messo in campo da polizia e carabinieri per cercare di risolvere il giallo.

«Non ci sono parole per esprimere la nostra vicinanza alla mamma di Yara», ha dichiarato Dettori, commentando l’appello lanciato in tv da mamma Maura. «Potrei dire tante cose - aggiunge il procuratore - ma suonerebbero retoriche e scontate. Al di là della nostra affettuosa vicinanza, ai genitori di Yara vorremmo invece poter dire di aver scoperto l’autore di questo efferato omicidio. Ancora, però, non ci siamo arrivati».

Mamma Maura nel suo appello riconosce che «tutti stanno profondendo il massimo sforzo per la risoluzione di questo caso» ma constata amaramente che «fino ad ora ciò non è bastato». Lo sanno bene anche negli uffici di piazza Dante: «Si sta lavorando ancora in maniera indefessa, come ho già avuto modo di dire, e non ci fermeremo», puntualizza il procuratore.


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