Metalmeccanici, la crisi non molla
Nel 2010 la cig ai livelli del 2009

La crisi nel settore metalmeccanico non sembra allentarsi: il settore più in crisi è quello legato al mondo delle automobili, mentre tiene meglio quello elettromeccanico. La conferma arriva con i dati resi noti dalla Cgil di Bergamo che hanno confermato come le richieste in corso di cassa integrazione - circa 14 mila fra ordinaria e straordinaria - siano sostanzialmente le stesse del 2009, quando nel periodo precedente ad aprile erano state in Bergamasca fra 15 e 20 mila.

Anche quest'anno infatti, fra le casse appena chiuse e quelle che dovranno essere richieste a breve, si arriva a un totale di circa 18.000. A questi numeri vanno poi aggiunti i contratti di solidarietà, con i lavoratori che percepiscono l'80 % dello stipendio: i casi sono tre in Bergamasca e riguardano la Bodycote di Madone (45 dipendenti), la El.Va.s di Colere (23) e la Eurodies di Lurano (71).

A proposito dei numeri della cassa, il segretario Fiom Mirco Rota ha ricordato che ci sia una crescita del 15-20 per cento del passaggio dalla ordinaria alla straordinaria, e quindi alla mobilità. In tema di contratti di solidarietà, ha invece sottolineato come purtroppo a Bergamo siano pochi, a differenza di quello che accade anche solo nella vicina provincia di Brescia.

Un maggiore utilizzo di questo strumento eviterebbe di mandare in crisi tante famiglie, ma le aziende sono poco propense perché in caso di crisi provano a ridurre il personale. Con i contratti di solidarietà invece non ci sono esuberi e, passato un anno, si rischia di ripetere la situazione di partenza.

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