Neve e disagi, i trasportatori:
non siamo la causa ma le vittime

Non si placa la polemica sulle strade impraticabili per colpa della neve. Ora scendono in campo gli autotrasportatori bergamaschi. Non siamo la causa dei disagi, dicono, ma le vittime dell'inefficienza: e annunciano di attendere risarcimenti.

Non si placa la polemica sulle strade impraticabili per colpa della neve. Ora scendono in campo gli autotrasportatori bergamaschi. Non siamo la causa dei disagi, dicono, ma le vittime dell'inefficienza: e annunciano di attendere risarcimenti.

«Gli autotrasportatori - si legge in una nota - vengono accusati di essere la causa dei problemi della circolazione. Invece, ancora una volta, i nostri imprenditori sono stati tra le ‘vittime' della scarsa capacità di gestire con misure preventive l'emergenza maltempo. In questo senso, anche gli autotrasportatori attendono i risarcimenti annunciati nei confronti degli automobilisti bloccati dal maltempo. Risarcimenti tanto più giustificati dai ritardi nelle consegne: se le merci non circolano i danni all'autotrasporto sono anche i danni al Paese».

Così Francesco Del Boca, presidente di Confartigianato Trasporti e di Unatras (Unione Nazionale delle Associazioni dell'Autotrasporto merci), risponde alle accuse della Società Autostrade e sottolinea «l'insufficienza degli interventi per evitare le situazioni di estremo disagio vissute dagli autotrasportatori e, in generale, dagli utenti delle strade».

Gli fa eco il presidente provinciale della categoria Trasporti di Confartigianato Bergamo, Dario Mongodi, che conferma che, nonostante si sapesse in anticipo dell'arrivo delle perturbazioni, le informazioni non sono state diffuse tempestivamente e le strade sono state pulite con grande ritardo rispetto alle esigenze della circolazione. Secondo Mongodi «i responsabili delle autostrade dovrebbero spiegare a migliaia di automobilisti e autotrasportatori perché non ci sono i mezzi sufficienti per coprire le emergenze, perché non ci sono depositi di sale pronti all'uso in quantità sufficiente, perché si aspetta fino all'ultimo momento nella speranza di non dover intervenire».

«La scusa è sempre quella – dice con una certa ironia -: “sono casi eccezionali, come si fa a fargli fronte?”. A parte che tanto eccezionali non sono, perché si ripetono tutti gli anni o quasi, va detto che anche le autopompe dei pompieri non vanno usate sempre, però ci sono; gli aerei da combattimento ci sono, anche se non sempre siamo in guerra (per fortuna). Così pure devono esserci i mezzi che le autostrade (e l'ANAS per la sua parte di competenza) non hanno».

Mongodi mette in risalto i costi di una giornata come quella di venerdì, sia per i privati che per i trasportatori, e allo stesso tempo denuncia la caccia alle streghe avviata contro i conducenti dei mezzi pesanti dalla società autostrade. «Con le loro affermazioni hanno messo gli automobilisti contro i trasportatori. Guardate sui Forum: c'è chi invoca il blocco totale dei TIR ai primi fiocchi, chi insulta i camionisti con gli epiteti più offensivi, chi vuole limitare alle sole ore notturne i “bestioni della strada”. Però poi a chi si darà la colpa se il supermercato sotto casa resta senza latte fresco, verdura, uova, carne, pannolini; il distributore senza gas, benzina, gasolio; il farmacista e l'ospedale senza medicinali, le case senza riscaldamento?».

Le soluzioni per il presidente provinciale dei trasportatori di Confartigianato ci sarebbero. «Si dovrebbero prevedere parcheggi attrezzati per permettere la sosta di camionisti e automobilisti fuori dai grandi svincoli di accesso, luoghi dove fermare i TIR e le autovetture sprovvisti di catene e permettere agli altri di montarle con calma ed in sicurezza per poi ripartire.
Oppure, come stavano proponendo alcuno comuni del Nord, obbligare tutti a montare gomme da neve da una certa data in poi. Non è poi così grave montare gomme da neve, in definitiva è vero che le pago, ma nel frattempo non consumo le altre gomme (per i TIR la faccenda è, un po' diversa, ma non è insuperabile)».

«Ma qualunque soluzione si cerchi – conclude Mongodi -, nulla potrà sostituire una pronta, veloce e preventiva manutenzione del fondo stradale, un dovere imprescindibile dell'ente gestore, che, a quanto pare, mentre è prontissimo nell'applicare salati aumenti tariffari, lo è molto meno nel rispettare i propri doveri e soprattutto i propri clienti».

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