La crisi colpisce Italcementi:
chiesta la cassa integrazione

Il perdurare della crisi ha spinto anche Italcementi e Ctg (Centro tecnico di gruppo) ad avanzare una richiesta di cassa integrazione straordinaria. La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno a Roma durante un incontro sugli assetti occupazionali.

Il perdurare della crisi ha spinto anche Italcementi e Ctg (Centro tecnico di gruppo) ad avanzare una richiesta di cassa integrazione straordinaria. La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno a Roma durante un incontro un incontro negli uffici di Federmaco (Federazione italiana dei materiali di base per le costruzioni): erano presenti le segreterie nazionali di Fillea-Cgil, Filca-Cisl, Feneal-Uil, le Rsu del gruppo, le strutture territoriali sindacali e i rappresentanti di Italcementi. I sindacati parlano di «una situazione pesante».

In una nota diffusa nel tardo pomeriggio di mercoledì l'azienda spiega che «le misure messe in campo per fronteggiare la complessa situazione che si profila anche per il 2012 – che si presenta difficile, come lo sono stati gli ultimi tre anni – riguarderanno l'accesso alla cassa integrazione per un massimo di 80 persone presso la sede Italcementi e 60 persone presso il Centro tecnico di gruppo per quanto attiene la sede di Bergamo; cassa integrazione per un massimo di 115 persone per la rete produttiva e 10 persone per la rete commerciale Italia». Quindi al massimo 265 persone: circa il 7,5 % dei dipendenti del gruppo in Italia.

La maggior parte è concentrata però in Bergamasca: oltre a sede e Ctg  dovrebbe essere coinvolta la struttura di Calusco, con una decina di persone a rotazione.

«All'incontro - spiegano da Roma Ivan Comotti e Umberto Giudici, rispettivamente per Cgil e Cisl di Bergamo - l'azienda doveva parlarci degli assetti occupazionali per il 2012, questo era all'ordine del giorno».  Invece «si è profilata una situazione pesante, che prevede un anno di cassa straordinaria per il 2012. L'azienda, dunque, ha intenzione di utilizzare lo strumento della cassa straordinaria per tutto il gruppo. Da parte nostra, abbiamo chiesto che non si utilizzi solo quella, ma anche contratti di solidarietà e/o riduzione dell'orario di lavoro, cioè part time».

Nella nota diffusa da Italcementi si legge anche che: «La situazione del mercato in Italia – la peggiore da almeno otto anni a questa parte – impone anche a Italcementi misure per fronteggiare la crisi, che riguarderanno sia la sede centrale di Bergamo, sia le strutture produttive sul territorio. Come è sempre stato fatto da parte dell'azienda, tali misure saranno attuate con la massima attenzione verso le persone e contenendo il più possibile l'impatto sociale. Le misure, inoltre, sono oggetto di accordo con le rappresentanze sindacali e dei lavoratori: oggi, infatti, è stato firmato un verbale di accordo che consentirà di aprire l'iter per la richiesta della cassa integrazione straordinaria presso il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, motivata dall'imprevisto prolungarsi della crisi ben al di là dei normali cicli economici del settore».

«L'azienda - aggiungono i sindacalisti - ha oggi detto che non si tornerà più ai livelli del 2007, dove si erano assorbite 47 milioni di tonnellate». La ristrutturazione del gruppo riguarda non solo l'Italia ma anche Francia, Spagna, Belgio, Egitto e Usa. Per il gruppo lavorano 22 mila persone, 3.500 in Italia.

Nei prossimi giorni sono previste assemblee sia a Calusco che a Bergamo. Si discuterà del mandato da dare ai sindacati per l'avvio della trattativa con l'azienda.

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