Pesa lo sciopero delle bisarche:
concessionari d'auto in ginocchio

I concessionari di auto sono in ginocchio, messi in crisi dallo sciopero a oltranza delle bisarche. «Una brutta situazione – racconta Mirco Moioli, neo presidente del gruppo Concessionari auto di Ascom –. Sembrava una cosa facilmente risolvibile e invece...».

I concessionari di auto bergamaschi sono in ginocchio, messi in crisi dallo sciopero a oltranza delle bisarche che dura ormai da cinque settimane.
«Una brutta situazione – racconta Mirco Moioli, neo presidente del gruppo Concessionari auto di Ascom e amministratore delegato del Gruppo Bresciani Auto –. Sembrava una cosa facilmente risolvibile e invece ci sta creando danni incalcolabili, in un periodo, il mese di marzo, in cui storicamente viene immatricolato il 20% del totale annuale».

I concessionari in Bergamasca sono 39, diciotto in città, nove a Treviglio e gli altri sparsi in provincia: tutti in attesa – come i loro clienti – della consegna delle auto. Ferme ormai da un mese nei grandi centri di distribuzione che, al Nord, sono a Castiglione delle Stiviere, San Polo Torrile e Arena Po.

Il braccio di ferro è tra le case automobilistiche, o meglio i loro operatori logistici, e i piccoli trasportatori che fanno capo al sindacato Trasportounito, peraltro minoritario rispetto a Unatras (Unione nazionale delle associazioni dell'autotrasporto merci di cui fanno parte Confartigianato Trasporti, Cna Fita, Fai, Fiap L., Sna/Casartigiani, Unitai) che invece non condivide l'agitazione.

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