Metalmeccanica lombarda, crisi:
Bergamo maglia nera 1° semestre

Non si allenta la morsa della crisi sull'industria metalmeccanica lombarda. A quasi quattro anni dall'avvio della congiuntura negativa è ancora allarme rosso per le imprese e l'occupazione. Nel 1° semestre 2012 sono stati licenziati 2.356 lavoratori.

Non si allenta la morsa della crisi sull'industria metalmeccanica lombarda. A quasi quattro anni dall'avvio della congiuntura negativa è ancora allarme rosso per le imprese e l'occupazione del settore. Nel 1° semestre 2012 sono stati licenziati 2.356 lavoratori, mentre altri 58.737 sono stati messi in cassa integrazione.

Ben 2.466 le aziende colpite dalla crisi (erano 2.224 nel semestre precedente). È quanto emerge dal 33° Rapporto semestrale sulle situazioni di crisi, presentato nella mattinata di giovedì 26 luglio a Milano dalla Fim Lombardia, il sindacato della Cisl del settore metalmeccanico.

«I dati tracciano un quadro assolutamente drammatico - commenta Nicola Alberta, segretario generale Fim Cisl Lombardia -. Occorre tenere alta l'attenzione sui problemi dell'industria manifatturiera e del settore metalmeccanico: vanno affrontati in modo consapevole i nodi della debolezza industriale, senza attendere improbabili miglioramenti spontanei».

Il rapporto dell'Osservatorio regionale della Fim, che monitora sistematicamente i dati nelle 5.700 aziende industriali lombarde che occupano circa 550mila lavoratori, evidenzia un preoccupante aumento della cassa integrazione ordinaria: +9% nel semestre, +67% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

In sei mesi, sono ben 1.519 le aziende che hanno attivato nuove sospensioni di cassa ordinaria per 38.440 lavoratori. In leggero calo, invece, la cassa integrazione straordinaria (-16%) e la mobilità (-42%), che tuttavia rimangono ad elevati livelli di utilizzo: sono ben 886 le aziende con cigs per 17.941 lavoratori sospesi e 135 le aziende che hanno proceduto a nuovi licenziamenti per 2.356 persone.

Il calo della cigs, inoltre, è solo apparente in quanto il suo ricorso risulta in crescita del 12,4% su base annua. Sempre alto l'intervento della cassa integrazione in deroga. Sono 706 le aziende che vi fanno ricorso nel semestre (rispetto alle 663 precedenti), l'80% del totale di quelle che ricorrono alla cigs, per un numero di lavoratori interessati pari a 5.541 (il 31% delle sospensioni in cigs), rispetto ai 4.961 del semestre precedente.

Aumenta, anche se in misura ancora insufficiente, l'utilizzo dei contratti di solidarietà: 58 aziende e 4.384 lavoratori nel semestre, 97 aziende e 14.452 lavoratori nel 2011, 74 aziende e 7.649 lavoratori nel 2010. Sono quindi oltre 229 gli accordi di contratti di solidarietà stipulati dal 2010, per 26.485 lavoratori, segno di una nuova attenzione per questo importante strumento di tutela dell'occupazione.

Si riduce ulteriormente la dimensione media delle imprese coinvolte da processi di crisi: dai 90 addetti per azienda del 2003 si passa ai 31 del periodo considerato, a conferma del costante coinvolgimento delle piccole aziende e dall'ampio utilizzo degli ammortizzatori in deroga.

I territori maggiormente coinvolti sono quelli di Bergamo (19,2% delle sospensioni), Milano (18,9%), Brianza (13,6%), Brescia (10,2%) e Lecco (8,8%), seguiti da Varese e Legnano, rispettivamente 6,5% e 4,1% degli interventi. «A conferma della straordinaria difficoltà in cui versa l'industria metalmeccanica, crescono gli interventi di sospensione congiunturali e strutturali - aggiunge Alberta -. È stata sventata l'ipotesi del governo di superare la cassa integrazione straordinaria, cosa che avrebbe pregiudicato fortemente la condizione di migliaia di lavoratori nelle aziende in crisi. Ora occorre un rinnovato impegno della Regione Lombardia per delineare politiche industriali e settoriali di sostegno e attuare le politiche del lavoro».

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