Agricoltori bergamaschi in piazza contro le speculazioni

Bergamo Manifestazione in largo Porta Nuova e in via Tasso per salvaguardare l’agroalimentare Made in Italy e difendere economia, lavoro e territorio.

Nella mattinata di giovedì 17 febbraio oltre trecento agricoltori di Coldiretti, in rappresentanza di tutto il settore, hanno manifestato in Largo Porta Nuova e in via Tasso davanti alla prefettura a Bergamo per chiedere maggiore attenzione al settore e all’agroalimentare Made in Italy in modo da difendere l’economia, il lavoro e il territorio. Sul palco, oltre al presidente e al direttore di Coldiretti Bergamo, Alberto Brivio e Carlo Loffreda, sono intervenuti anche l’assessore regionale al turismo, marketing territoriale e moda Lara Magoni, i consiglieri regionali Giovanni Malanchini e Paolo Franco, il vicepresidente Anci Stefano Locatelli e il consigliere provinciale delegato all’agricoltura Fabio Ferrari oltre a numerosi sindaci. Le senatrici Alessandra Gallone e Daisy Pirovano, gli onorevoli Elena Carnevali e Cristian Invernizzi, essendo impegnati a Roma per i lavori parlamentari, con messaggi, telefonate e post sui social hanno voluto far sentire il loro supporto alla protesta di Coldiretti.

«Oggi siamo qui – ha detto Brivio – per condividere con l’opinione pubblica le problematiche che sta vivendo l’agricoltura. In una classica tempesta perfetta il nostro settore è attanagliato da speculazioni attuate da alcuni soggetti della filiera e l’aumento insostenibile dei costi di produzione. Proprio in questi giorni un’analisi di Ismea ha messo in evidenza che il prezzo del latte pagato agli allevatori è molto al di sotto del costo medio di produzione, salito nelle stalle a 46 centesimi al litro. Questo non è più tollerabile. Le aziende agricole stanno soffrendo ma non si rassegnano e vogliono continuare a lavorare e a svolgere il loro fondamentale compito di produrre cibo per tutti».

«Tre litri di latte per pagare un caffè», «Fermiamo le speculazioni», «Dai campi cibo ed energia» e «Italia più forte con gli agricoltori» sono alcuni degli slogan che hanno accompagnato la manifestazione che, con bandiere e palloni, ha colorato di giallo il centro della città. Molte le iniziative messe in atto come la mungitura del baby agricoltore e la caseificazione del latte e la dimostrazione dei cuochi contadini che hanno preparato dolci a base di latte. Per dare più forza ai messaggi e farli comprendere meglio ai cittadini sono state allestite delle mostre che hanno illustrato le potenzialità delle energie alternative come biogas e fotovoltaico, l’enorme divario tra il prezzo del latte corrisposto agli allevatori e il prezzo del latte al consumo nonché l’impennata dei costi di produzione che sta mettendo in ginocchio le aziende agricole. E’ stata allestita anche un’esposizione dei 9 formaggi DOP bergamasche, un patrimonio costruito grazie al lavoro degli allevatori. Bergamo nel 2019 è entrata a far parte della Rete delle Città Creative Unesco per la Gastronomia grazie anche ai suoi rinomati formaggi.

«Non possiamo più lavorare in queste condizioni – ha detto Loffreda -; i costi dell’energia, dei fertilizzanti, delle materie prime per l’alimentazione del bestiame hanno raggiunto livelli assurdi, una situazione aggravata dalle speculazioni e dal mancato riconoscimento di prezzi equi per le imprese agricole. È quindi urgente che vengano sbloccate al più presto le risorse del Pnrr già stanziate per l’agricoltura, per accelerare il piano di transizione ecologica e favorire gli investimenti da parte delle imprese in fonti energetiche alternative e sostenibili”.

Una delegazione di dirigenti di Coldiretti è stata quindi ricevuta dal Prefetto Enrico Ricci, che dopo aver ascoltato con attenzione le difficoltà del settore ha dichiarato il proprio impegno per trasmettere al livello centrale le istanze rappresentate. Al Prefetto è stata consegnata una documentazione con la richiesta urgente di fermare le speculazioni a danno delle imprese agricole e con le proposte di Coldiretti per superare questo difficile momento indirizzate al Presidente del consiglio Mario Draghi. Al Prefetto è stata inoltre consegnata una selezione di formaggi del territorio come testimonianza del lavoro svolto dagli agricoltori che ogni giorno, con fatica e impegno, contribuiscono alla realizzazione di un patrimonio di eccellenze fondamentale dal punto di vista economico, sociale e ambientale.

Anche Lara Magoni, assessore regionale al Turismo, Marketing Territoriale e Moda, ha partecipato a Bergamo al presidio. «Ho voluto essere presente a Bergamo insieme ai vertici di Coldiretti e a tanti lavoratori preoccupati del futuro del settore agroalimentare del nostro Paese – ha dichiarato Lara Magoni -. Un presidio pacifico per stare al fianco di agricoltori e allevatori che, a causa del rialzo dei prezzi delle materie prime e dell’aumento dei costi di produzione, sono in difficoltà e sono stati ancora una volta abbandonati dal Governo. Le famiglie e le imprese stanno pagando un conto davvero salato: l’Esecutivo deve assumersi le proprie responsabilità e sostenere il Made in Italy, difendendo l’economia, il lavoro e i nostri territori».

La Provincia di Bergamo ha aderito al presidio. «La necessità di avere prodotti con prezzi giusti è una questione che agricoltori e allevatori sollevano da tempo. A questo problema ora si è aggiunto il caro bolletta, portando allo estremo delle forze il settore - spiega il consigliere delegato alla Montagna, Agricoltura e Agroalimentare Fabio Ferrari-. Proprio per difendere l’economia, il lavoro e il territorio ci siamo uniti oggi alla protesta di Coldiretti». Con il Pnrr si aprono nuove prospettive che avranno importanti ricadute sul tessuto produttivo: «Siamo interessati ai bandi che andranno nella direzione di ridurre costi di energia e incentivare la realizzazione di impianti fotovoltaici e di produzione di gas naturale. Stiamo già lavorando in tale direzione, e a breve costituiremo un tavolo con la partecipazione di tutte le associazioni di categoria del settore per coordinare le aziende agricole ai quali offriremo supporto tecnicoamministrativo - sottolinea Ferrari-. Per le aziende agricole più piccole che non hanno la sufficiente autonomia necessaria per soddisfare il funzionamento degli impianti di produzione di gas naturale, fondamentalmente quelli che si trovano nella aree montane, l’idea è di aiutare lo sviluppo delle comunità energetiche a cui poter conferire i prodotti e ricavare un’economia peraumentare le entrate dei propri bilanci aziendali». Il presidente Pasquale Gandolfi esprime «vicinanza e solidarietà a questo settore che risulta essere una delle colonne essenziali della nostra provincia. Spero che la protesta di oggi sia opportunamente ascoltata dal governo, al fine di contribuire attivamente con adeguate politiche di mantenimento di queste fondamentali attività».

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