Appalti, sindacati in presidio
«No flagello del massimo ribasso»

Saranno oltre un centinaio i lavoratori che presidieranno il Comune di Bergamo il prossimo venerdì 22 marzo per protestare contro «l'abitudine» delle amministrazioni pubbliche di appaltare sempre al massimo ribasso l'affidamento di servizi.

Saranno oltre un centinaio i lavoratori, soprattutto le lavoratrici, che presidieranno il Comune di Bergamo, il prossimo venerdì 22 marzo, dalle 15 alle 17, per protestare contro «l'abitudine» delle amministrazioni pubbliche di appaltare sempre al massimo ribasso l'affidamento di servizi, che siano pulizia o di assistenza, con il doppio risultato di far calare la qualità del servizio e di abbassare in misura consistente lo stipendio degli addetti.

A organizzare la protesta «per la dignità del lavoro», sono le categorie di Cgil, Cisl e Uil, che da tempo chiedono al Comune di Bergamo, ma lo stesso fanno con Provincia e altre amministrazioni locali, Asl, ospedali, ufficili postali o banche, di modificare le condizioni di accesso alle gare d'appalto. «La situazione degli appalti dei servizi comunali sul territorio sta degenerando – dicono infatti i segretari di Filcams, FIsascat e Uiltucs -. Il Comune di Bergamo, nell'ultima gara d'appalto, che riguarda le pulizie di musei, circoscrizioni e biblioteche, ancora con la modalità del massimo ribasso, ha creato una situazione che avrà pesanti ricadute sia sulle condizioni di chi lavora che sugli aspetti igienico-sanitari per gli utenti dei servizi».

«Nonostante le nostre numerose segnalazioni e interventi per cercare di rimediare al danno causato dalle gare d'appalto precedenti, l'amministrazione di Tentorio prosegue con arroganza sulla strada dei tagli indiscriminati, generando riduzioni di ore e perdite retributive del 40, 50% sugli stipendi, già scarsi, delle lavoratrici coinvolte. Più volte abbiamo sottoposto proposte alternative, ma sono state ignorate creando una situazione non più sostenibile. Noi proponiamo regole certe e di garanzia per gli utenti, i lavoratori e le amministrazioni e per un governo congiunto del sistema degli appalti».

Un sistema che ha già «toccato» pesantemente qualche centinaio di persone negli ultimi tempi: nel novembre scorso le organizzazioni sindacali hanno denunciato pubblicamente il ricorso del Comune di Bergamo al massimo ribasso nell'appalto di pulizie degli uffici centrali del Comune, massimo ribasso che ha significato riduzione del 40-50% delle ore e del salario delle lavoratrici coinvolte. Il sindaco di Bergamo ha dichiarato allora che era in preparazione un nuovo testo unico per gli appalti comunali che doveva eliminare il massimo ribasso come criterio di aggiudicazione. «Da allora – continuano i sindacalisti - altre gare sono state assegnate, al massimo ribasso ovviamente, ed il Comune capoluogo ha continuato a tagliare indiscriminatamente ore ed a prevedere ribassi inaccettabili. Del testo unico siamo ancora in attesa, nonostante i buoni propositi usciti dagli incontri. Il rispetto delle regole non può essere solo un vessillo da agitare al vento della propaganda ma deve essere una scelta consapevole di correttezza nella gestione delle risorse pubbliche».

Anche per quanto riguarda i servizi socio-assistenziali e educativi, la regola degli appalti ha «regalato» tagli pesanti. Per il servizio di assistenza domiciliare (SAD), ad esempio, nel 2008 venivano erogate 107.000 ore, nel 2011 sono diventate 102.000 e a partire dal 1° febbraio di quest'anno, con l'aggiudicazione dell'ultimo appalto, le ore si sono ridotte a 83.600. Le 88 persone che compongono l'organico del SAD hanno subito un consistente taglio del reddito, considerando che tutto il personale coinvolto effettuava già prestazioni lavorative part time. «Il loro potere di acquisto è sceso ulteriormente creando pesanti ripercussioni familiari».

Nel Servizio di assistenza educativa (SAE), da diversi anni sono impiegati più di 100 educatori. All'inizio di questo anno scolastico non sono stati effettuati tagli, ma i bimbi con disabilità segnalati da parte del Servizio di Neuropsichiatria sono incrementati del 14%, e gli educatori coinvolti nel servizio hanno dovuto ridistribuire il tempo da dedicare ad ogni bambino. «Siamo in attesa di sapere cosa intende fare il Comune a settembre 2013, con l'inizio dell'anno scolastico».

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