Autotrasporto, ok ad aiuti per 80 milioni. Le imprese: primo segnale ma non basta

L’accordo Cristinelli (Fai Bergamo): da noi niente fermo per tutelare l’interesse dell’economia. Doneda: chi ha mezzi eco penalizzato.

Venti milioni di euro per sostenere il settore dell’autotrasporto nel costo dei pedaggi ; 5 milioni destinati ad implementare la deduzione forfettaria per le spese non documentate; un credito d’imposta pari al 15 per cento, al netto dell’Iva, finalizzato all’acquisto dell’AdBlu (prodotto indispensabile per il funzionamento delle vetture diesel dotate di catalizzatore, ndr) per un investimento complessivo di oltre 29 milioni di euro e un credito d’imposta pari al 20 per cento al netto dell’Iva per sostenere l’acquisto di Gnl (Gas naturale liquefatto), con un investimento complessivo di 25 milioni di euro .

Sono 80 i milioni messi a disposizione della categoria

Sono le misure, per un totale di 80 milioni di euro messi a disposizione della categoria, condivise al Tavolo dell’Autotrasporto al termine del’incontro al ministero delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili. Gli stanziamenti vanno a comporre il decreto Energia per il sostegno del comparto, fortemente penalizzato da problematiche strutturali di filiera e dagli aumenti del costo carburante. È stato poi condiviso contestualmente «l’insediamento immediato del Tavolo delle regole», per un confronto tra imprese di autotrasporto e committenza finalizzato ad affrontare strutturalmente le «esigenze» del settore a partire «dall’esigibilità della clausola gasolio» sia nei contratti scritti che orali da inserire in un nuovo Decreto nel quale ricondurre regole di settore finalizzate a favorire corretti rapporti di filiera. Soddisfatta la viceministra Teresa Bellanova per l’intesa raggiunta, l’avvio del confronto sulle regole atteso da tempo dal settore, l’impegno assunto dalle associazioni di rappresentanza a collaborare per stemperare le tensioni territoriali.

Per la Fai il provvedimento del governo «non risolve il problema ma è un primo segnale – commenta Giuseppe Cristinelli, presidente della Federazione Autotrasportatori di Bergamo -. Per quanto riguarda la mobilitazione che si è attivata in tutta Italia, da parte nostra non ci sono stati grossi disagi perché abbiamo preferito attendere le decisioni del governo. Prima di dichiarare il fermo nazionale occorre infatti tener presente che ci troviamo ancora in stato di emergenza. In alcune località circoscritte abbiamo assistito ad un’esasperazione della protesta, ma la categoria ha continuato a lavorare nell’interesse dell’economia nazionale».

Per la Fai il provvedimento del governo «non risolve il problema ma è un primo segnale»

Paradossalmente, le imprese più penalizzate sono quelle che hanno fatto investimenti in camion meno inquinanti . Il prezzo di un chilo di Gnl, in base a Federmetano, è passato dai 0,926 euro del gennaio 2021 ai 2,481 euro del gennaio 2022, mandando fuori mercato i costi di trasporto, calcolando che un camion consuma circa 23 chilogrammi di Gnl ogni 100 chilometri Per quanto riguarda , invece, il gasolio, calcolando un serbatoio da 500 litri, i rincari per un pieno rispetto ai mesi scorsi si aggira intorno ai 150 euro.

« Il governo ha fatto un primo passo, che non è sufficiente per far fronte ai rincari subìti dalla categoria – fa presente Paolo Doneda della ditta «G. Oggionni Srl» e vicepresidente della Fai di Bergamo -. Le difficoltà sono tante e diverse aziende della nostra provincia hanno investito in mezzi ecologici, ritrovandosi ora in difficoltà per l’aumento esponenziale dei prezzi del metano. La situazione si è decisamente complicata nelle ultime settimane, anche perché abbiamo assistito ad un incremento di tutti i costi. Al sud le proteste hanno creato anche qualche disagio, così come nel porto di Ravenna, ma per ora il fenomeno rimane circostanziato».

Nel frattempo gli autotrasportatori orobici, che devono fare i conti anche con l’assenza di personale, hanno garantito i servizi alle aziende . «I milioni stanziati dal governo non bastano nemmeno per pochi giorni – ammonisce Fausto Nicoli, dell’omonima azienda di autotrasporti -. Si tratta di una goccia nel mare e speriamo che questo sia solo l’inizio della trattativa per portare a casa molto di più . Preoccupa molto il conflitto tra Russia e Ucraina, che porterà altri aumenti nei combustibili, ma anche le difficoltà, ormai croniche, nel reperire autisti. La mancanza del personale non ci permette di far uscire tutti i mezzi di trasporto, in un momento di mercato florido».

«Resta senza soluzione la mancanza di personale»

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